L’autocertificazione da compilare per gli spostamenti durante il lockdown dovuto al Coronavirus è stata essa stessa uno dei simboli di un periodo difficile. Tra nuovi moduli e rimaneggiamenti c’è ora chi propone di abolirla definitivamente
L’Italia si avvia alla Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, nella quale, tra provvedimenti e azioni singole e collettive, ci si dovrà abituare a una normalità ben differente da quella precedente. Una normalità perduta da metà febbraio quando i numeri dei contagi e dei morti per l’epidemia è salito così vertiginosamente da costringere il Governo a varare provvedimenti di contenimento per gli spostamenti oltre alla chiusura di attività produttive e locali pubblici.
Dall’8 marzo scorso il modulo di autocertificazione ha accompagnato gli italiani nei loro spostamenti per motivi di lavoro, salute o altre esigenze indifferibili. Un modulo cambiato ben quattro volte nel testo e negli spazi compilabili che, tuttavia, non dovrebbe mutare ulteriormente (se non qualche aggiunta) nel periodo transitorio di inizio della Fase 2 dal 4 al 18 maggio quando ci potrà spostare con maggiore libertà nella propria regione anche per altre esigenze come quella di andare a far visita ai congiunti, un termine la cui interpretazione ha fatto discutere e non poco nell’ultima settimana.
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Il premier Conte e il ministro della Salute, Speranza, hanno ribadito la possibilità di procedere a una più ampia normalizzazione delle attività aperte al pubblico (bar, ristoranti, parrucchieri, centri estetici, negozi con vendita al dettaglio) prima della data del 1 giugno stabilita nell’ultimo DPCM. Uno scenario che potrebbe concretizzarsi ulteriormente qualora l’indice dei contagi continuerà a calare specie in alcune regioni dove l’emergenza è stata contenuta fin dall’inizio.
Un ritorno progressivo alla normalità che può coincidere anche con l’addio definitivo alla famigerata autocertificazione cartacea. Il vice ministro della Salute, Pierpaolo Sileri, contagiato e guarito anch’esso dal Coronavirus, propone addirittura di abolirla dal 18 maggio.
“Io non la avrei messa – spiega Sileri in un’intervista al Corriere della Sera – ma capisco la logica. Nonostante qualche furbo, se guardiamo a questi due mesi il 95% degli italiani ha rispettato le regole. Almeno dal 18 maggio io la abolirei. Bisogna fidarsi degli italiani (…) E’ sempre una questione di buon senso.”
Vedremo se l’ipotesi formulata dal viceministro si concretizzerà. Per altri 18 giorni almeno, il foglio di carta compilata continuerà ad essere nostro “fedele” compagno di viaggio.
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