In un momento di grande incertezza Valentino Rossi è chiamato a prendere una decisione difficile, forse la più difficile in assoluto, quella che riguarda il suo futuro. Ma non ci sono test sui quali basarsi e c’è poco tempo per prendere una decisione.
Il suo desiderio è quello di andare avanti Nonostante il coronavirus e tutte le incertezze che riguardano il Motomondiale. Su questo Valentino Rossi non ha mai avuto dubbi. Lo ha ribadito ancora una volta in una chiacchierata amicale con Cesare Cremonini, suo grande fan e amico personale, trasmessa da Sky Sport: “Il mio desiderio è quello di andare avanti fino a quando sarò nelle condizioni di farlo – dice Valentino – ma mi sono anche sempre detto che per andare avanti devo essere competitivo e in questo momento non ho alcuna base per poterne essere certo”.
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Valentino Rossi deciderà al buio
Mancano i test, manca un calendario e forse manca anche la fiducia di una scuderia che voglia puntare molto su di lui, e non perché è una leggenda che piace ai fan e agli sponsor. Ma perché è un pilota ancora in grado di vincere. Valentino Rossi è anche costretto a subire le decisioni degli altri. Fino a pochi giorni fa sembrava quasi certo il suo coinvolgimento nel team Petronas con la Yamaha ma la scuderia, a sua volta forzata da tempi stretti e decisioni obbligate, è indecisa.
“Le soluzioni per correre il Motomondiale ci sono – dice Valentino – si potrebbero concentrare parecchi gran premi, anche una decina, da agosto in poi correndo sulle piste più sicure e nei posti più caldi ma le scelte non dipendono da me ma dal management del MotoGp”.
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“Non voglio smettere così”
Al momento Valentino, 41 anni, non ha alcuna intenzione di dire addio all’agonismo, non così, nemmeno se la stagione venisse annullata: “La mia situazione è abbastanza difficile ma la prima scelta è quella di andare avanti. La motivazione è intatta anche se il mio chiodo fisso è essere competitivo. Non potrei mai continuare così, tanto per… se corro è perché so di avere la possibilità di vincere. Mi servirebbe poter contare su una base di almeno cinque-sei gare per capire se posso ancora essere davvero competitivo. Ma il problema è che tutto è fermo, non si corre e se devo prendere una decisione dovrò farlo d’istinto, al buio”.
L’ipotesi di un annullamento è concreta: “Mi auguro si possa riprendere ad agosto, magari a Brno, riuscire a completare un mondiale da qui alla fine dell’anno e poi continuare anche nel 2021. Soluzioni ce ne sono tante: correre due gran premi in un week-end come già fanno in Superbike. A porte chiuse? Sarebbe un peccato, ma non correre affatto sarebbe peggio”.