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Air Force One: storia e aneddoti sull’aereo più famoso del mondo

Probabilmente è l’aereo più famoso del mondo. Anche se pochi sanno che Air Force One non è un aereo, ma un nome in codice e che qualsiasi aereo potrebbe diventarlo. Un mezzo straordinario che ha ospitato fatti veri e drammatici che hanno segnato la storia.

Il soggetto Air Force One stato protagonista di molte notizie di cronaca, libri ricerche ma soprattutto di veri fatti di storia contemporanea. Parliamo – probabilmente – dell’aereo per eccellenza anche se visto da fuori sembra un mezzo passeggeri come tanti altri. Ma, tutto quello che lo rende speciale, è ben nascosto.

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L’Air Force One attende sulla pista di Washington la salma del presidente Kennedy

Nome in codice Air Force One

Intanto va detto che Air Force One è solo nome in codice. Il perché lo vedremo dopo. Oggi, quello che viene identificato con Air Force One è il Boeing VC25 che trasporta il presidente americano e la sua famiglia. Si tratta di una versione militare di un normalissimo 747 civile. Un quadrimotore con sessanta metri di apertura alare, peso 26 tonnellate circa da fermo e una velocità massima considerevole per il tipo di struttura ma pur sempre inferiore alla velocità del suono: 920 km/h.

Se il 747-400 è omologato per trasportare anche fino a quattrocento passeggeri nella sua ultima versione, l’aereo presidenziale americano può portare ventisei persone: il presidente degli Stati Uniti (ribattezzato nome in codice Liberty), la sua famiglia e i suoi più stretti collaboratori. Ci sono regole ferree su chi possa salire a bordo. Può capitare che l’aereo ospiti il vice-presidente ma mai il presidente e il vice-presidente contemporaneamente. Perché in caso di incidente gli Stati Uniti subirebbero un drammatico vuoto di potere.

L’aereo ha bisogno di 11 persone di equipaggio per volare, tutti dipendenti del governo degli Stati Uniti. Ma può ospitare fino a cento persone “di servizio”. Il che significa che per ogni passeggero illustre ci sono almeno tre persone di scorta e una di assistenza. Nessun altro volo, nemmeno quello privato più ricco ed esclusivo, ha un rapporto 1:4 tra passeggeri e personale.

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Il SAM30000 presentato da Donald Trump

Eisnhower e il primo Air Force One

L’idea di un aereo personale e dedicato al capo di stato della nazione più potente del mondo fu dell’amministrazione di Dwight Eisenhower, all’epoca delle prime tensioni tra Unione Sovietica e Usa. In realtà già Franklyn Delano Roosevelt aveva il suo aereo ma era un normale Douglas Dolphin militare. Poi arrivò un più maestoso C54, quindi un DC6.

Il primo Air Force One si chiamava in realtà SAM. Niente a che fare con lo Zio Sam dei proverbi americani e dei poster nazionalistici: SAM era l’acronimo di Special Air Mission e quella di difendere il capo di stato era la missione militare aeronautica per eccellenza.

Il primo SAM appositamente concepito per il trasporto speciale del presidente americano e della sua famiglia fu un Lockeed C121 Constallation. Poi la Casa Bianca offrì alla Boeing l’appalto per la costruzione dell’aereo presidenziale. Kennedy usò un 707 (il SAM26000), sostituito da un altro 707 (il SAM27000 usato da Nixon) che, durante la crisi Watergate fu indirettamente il protagonista del nuovo nome dell’aereo presidenziale. Le sigle 26000 e 27000 erano ben evidenti sulla coda come identificativo del volo.

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Un dettaglio dell’Air Force One di Kennedy, ospite del museo dell’Aeronautica Militare americana

Perché in realtà si chiama SAM

Quando Nixon, travolto dallo scandalo Watergate, decise di dimettersi, si imbarcò sul volo presidenziale SAM27000  verso la California mentre il suo vice Gerald Ford, che prese il suo posto, era diretto a Washington su un aereo che diventò di fatto il nuovo Air Force One: e quel nome rimase. Se è vero che Air Force One era il nome dell’aereo presidenziale fin dai giorni di Kennedy questo diventò di dominio pubblico e di uso comune solo dopo Nixon e in modo particolare con Ronald Reagan che rese l’aereo presidenziale un vero e proprio status symbol della grandezza americana.

Reagan fu il primo a rendere l’Air Force One un ufficio distaccato della Casa Bianca. Il salotto dell’aereo era in grado di collegarsi con qualsiasi base militare NATO nel mondo con sette diversi impianti di comunicazione. L’aereo fu concepito anche per restare in volo a tempo indeterminato nei momenti di crisi. Può essere rifornito in volo e i piloti che possono pilotare l’aereo previsti a bordo sono non meno di quattro. Non si diventa piloti dell’Air Force One senza essere in possesso di qualità straordinarie: i piloti abilitati sono pochissimi e fanno parte di un gruppo elitario di piloti denominato PAG, Presidential Airlift Group. Sono piloti militari e fanno tutti parte del leggendario 89esimo Wing Airlift Command dell’Air Mobility, con sede alla base di Andrews, Maryland.

Perché piloti militari? Perché a dispetto dalle sue dimensioni e forme civili, l’Air Force One è un aereo militare dotato di numerosi strumenti di difesa: dissuasori, esche per potenziali attacchi missilistici aria-aria, spinte speciali per manovre evasive.

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Donald Trump nel suo primo viaggio sull’Air Force One

La dotazione di bordo

Due le cucine che possono preparare cento pasti in meno di un’ora. Una cambusa con provviste per cento persone per almeno quindici giorni, tre sale da pranzo, sei bagni per i passeggeri. La cabina presidenziale ha un letto matrimoniale, uno studio con un bagno personale dotato di vasca e doccia e due camere per ospiti speciali (figli o amici in volo insieme al presidente).

L’Air Force One è legato a doppio filo con la storia americana: se la caduta di Nixon coincise in volo con il giuramento di Ford, l’Air Force One ospitò il giuramento di Lyndon Johnson poche ore dopo l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy proprio mentre l’aereo stava riportando il corpo del presidente assassinato da Dallas a Washington.

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Lindon Johnson giura sull’Air Force One a fianco alla moglie di Kennedy, che era appena stato assassinato

Aneddoti e cinema

Oggi l’aereo presidenziale è il SAM 29000 ma il presidente Donald Trump è in assoluto il capo di stato americano che lo usa di meno. Trump vola molto spesso con i suoi aerei personali, cosa che non piace per nulla né al suo staff né ai capi di stato militari e solo di rado lo usa pur avendo già rinnovato la convenzione con la Boeing anche per il prossimo aereo che verrà fornito nel 2024… “Ho fatto risparmiare un bel po’ di soldi e il prossimo presidente americano avrà un aereo ancora più bello, l’ho fatto per lui, non certo per me”, disse Trump presentando quello che nel 2024 diventerà il SAM30000.

Ma, paradossalmente qualsiasi aereo può diventare Air Force One: quando Trump vola con il suo jet personale, automaticamente, quel mezzo cambia codice e diventa di fatto un volo militare. Anche se fosse un banale monomotore. O un elicottero. È un meccanismo ben spiegato nella fase finale del film “Air Force One” nel quale Harrison Ford solo all’ultimo istante prima che l’aereo presidenziale precipiti riesce a essere trascinato su un MC-130 militare: ed è solo in quel momento che il comandante del volo dice… “Qui Liberty 24 che cambia nome in codice, Liberty 24 ora è Air Force One”.

 

Stefano Benzi

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