Dubai, caschi speciali per la Polizia: termoscanner integrato contro il Covid – VIDEO

Polizia dotata di caschi con termoscanner integrato: i dispositivi all’avanguardia per sconfiggere il virus progettati in Cina ed in uso a Dubai negli Emirati Arabi.

Polizia Dubai
Il casco con termoscanner della Polizia di Dubai (Getty Images)

Arriva dagli Emirati Arabi l’ultima novità in tema di lotta al coronavirus. La Polizia è stata dotata di un’attrezzatura molto particolare ed unica nel suo genere. Si tratta di caschi speciali, implementati con dei termoscanner in grado di misurare la temperatura corporea di 200 persone al minuto. Perché la febbre è uno dei sintomi più comuni in caso di infezione da Covid-19.

Individuare tempestivamente un soggetto con temperatura oltre i 37,3°C da far poi sottoporre a tampone, ne consentirebbe l’istantaneo isolamento spezzando l’eventuale catena di contagio in caso di positività.

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Dubai, caschi con termoscanner per la Polizia: un’arma determinante per sconfiggere il coronavirus

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Controlli della Polizia di Dubai (Getty Images)

In un video, proveniente da Dubai e pubblicizzato dai canali social della Polizia, si vedono le immagini degli agenti in azione mentre indossano i futuristici caschi. Questi ultimi presentano una linea pulita, sono neri cromati e coprono il volto dell’agente con una visiera scura.

Gli elmetti racchiudono una potente arma di contrasto contro il virus. Attraverso un sistema terotecnologico, sono stati dotati di termoscanner le cui funzionalità si attivano grazie ad una telecamera installata in cima al casco. Un dispositivo di prevenzione, come spiegato, di portata inaudita. Un sistema già utilizzato ad esempio nelle stazioni o negli aeroporti che permettono un’individuazione precoce di soggetti potenzialmente infetti.

Stando a quanto riporta la redazione di Reuters, gli elmetti intelligenti sono in grado di misurare la temperatura sino a 5 metri di distanza. A progettarli la società cinese KC Wearable la quale avrebbe riferito di averne vendute oltre 1.000 unità. I prodotti sarebbero stati consegnati in Medio Oriente, Europa ed Asia.

Le dichiarazioni di un agente di Dubai

Un agente di polizia di Dubai, Aly al-Ramsy, avrebbe dichiarato al quotidiano Reuters che tutte le stazioni sono state dotate dei dispositivi, soprattutto quelle ove risiedono i gruppi di pattugliamento.

Cosa accade quando lo scanner lancia l’allarme? Il poliziotto avrebbe spiegato che immediatamente vengono prese le necessarie misure per fermare la persona potenzialmente affetta dal virus. Quest’ultima viene poi subito condotta dai paramedici nella struttura ospedaliera più vicina per svolgere tutti i test del caso.

I caschi, però, non sono l’unico beneficio nella lotta al coronavirus che la tecnologia ha apportato nel paese del Golfo. Anche lì spopolano le app per controllare eventuali asintomatici e gruppi di malati. Un mezzo, però, molto criticato dagli attivisti per i diritti civili che lo hanno ritenuto solo ed esclusivamente un modo per poter controllare la popolazione.

Gli Emirati Arabi hanno deciso di intensificare la somministrazione dei tamponi dopo aver registrato un notevole incremento dei casi di contagio nella classe sociale più povera del Paese. In particolar modo, dove a causa della precarietà economica vi sono alloggi sovraffollati. Nonostante le misure assunte, compreso il lockdown di alcune aree, sono gli Emirati, tra i Paesi del Golfo, quelli con maggior numero di contagi. Si parla di 8.000 casi e 50 decessi.

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