A Torino, città del sindaco Chiara Appendino c’è grande preoccupazione per quello che potrebbe essere l’impatto del grande pubblico sui mezzi pubblici con l’inizio della Fase 2. Si va verso la bella stagione: di cui l’invito a munirsi di bici e monopattini per evitare che la città vada completamente in tilt.
Il 4 maggio, giorno che di fatto aprirà il varco verso la Fase 2, quello della parziale riapertura dopò il lockdown dovuto alla pandemia di coronavirus, è sempre più vicino. E così anche se tutte le grandi città stanno cercando di testare quella che è la propria offerta di mezzi pubblici.
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La preoccupazione è grande. Il rischio è che, anche se le scuole e le università non riapriranno, la stragrande maggioranza delle metropoli possano andare in grande affanno perché le nuove norme impediranno ai mezzi pubblici quell’affollamento cui eravamo abituati. E tutto questo potrebbe comportare non solo la paralisi del traffico delle persone ma anche quello delle automobili perché la stragrande maggioranza delle persone finirà per ricorrere al proprio mezzo personale. Di qua la caccia a soluzioni alternative che per il momento non sembrano molto percorribili. Tant’è che il rischio è che da lunedì 4 maggio saremo di nuovo sommersi dalle auto.
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Il sindaco di Torino, Chiara Appendino in una diretta su Facebook ha parlato di quelle che possono essere le prospettive ma anche di qualche potenziale soluzione: “Stiamo aspettando le indicazioni nazionali – spiega il primo cittadino torinese – il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Paola De Micheli, in accordo anche con l’associazione dei Comuni sta definendo regole omogenee per il trasporto pubblico: distanziamento sociale, capienza utilizzabile sui mezzi. Comunque nulla sarà più come prima: dovremo intensificare la mobilità individuale sostenibile”. Il che significa meno mezzi pubblici e molte più bici…
È vero che molti cittadini non potranno andare in bicicletta o in monopattino. Le grandi città italiane non brillano per sicurezza e disponibilità di piste ciclabili. Ma un tentativo è necessario: “Stiamo lavorando per garantire più spazi ciclabili, ma dovremo partire dalle nostre abitudini – conclude il sindaco Appendino – — dobbiamo capire che non tutti potremo usare la macchina perché la città non è in grado di sostenere un grado elevato di traffico motorizzato individuale con il relativo impatto sull’ambiente. Quindi, ognuno di noi deve avere la consapevolezza che è indispensabile passare a un mezzo alternativo anche per non sovraccaricare il trasporto pubblico locale”.
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Bici, monopattini elettrici e scooter elettrici possono essere una risposta ma ci vorranno anni per rispondere alle esigenze di una popolazione che invece sono immediate anche perché i servizi pubblici non funzioneranno a pieno regime per un bel pezzo tra malattie e indisponibilità di personale. Biciclette, monopattini e mobilità elettrica sono una risposta che vede le grandi città ancora in una posizione assolutamente di rincorsa.
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