Marco Melandri
Avrebbe voluto poter guidare la V4 e magari chiudere la carriera in Ducati anziché soffrire per tutta la stagione su una Yamaha che non è riuscito a domare. Sono molti i motivi di rimpianto per Marco Melandri.
È un Marco Melandri amareggiato e pieno di rimpianti quello che ricorda le sue ultime stagioni da professionista. Intervistato dalla rivista on line tedesca Motorsport-Total, “Macho” ammette di avere lasciato le gare senza avere raggiunto tutti gli obiettivi che avrebbe voluto ottenere. Ma dice anche ce la colpa non è solo sua… “Chiudere la carriera con un nono posto assoluto non era certo quello che sognavo – dice oggi Melandri – ma non posso lamentarmi di quella che è stata la mia carriera da motociclista professionista. Con il senno di poi le valutazioni cambiano, certi rimpianti aumentano e a volte se ci ripenso mi un po’ di amaro in bocca mi torna”.
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Forse Melandri avrebbe voluto chiudere in Ducati e non in Yamaha: “Nel 2018 avevo davanti Alvaro Bautista che andava sicuramente più forte e sul quale c’erano molte aspettative ma credo che Ducati avrebbe anche potuto essere più onesta con me e darmi qualche possibilità in più. Era chiaro che avessero altri progetti in mente, forse anche per un piano di contenimento dei costi. Ero di passaggio, e si capiva. Sono rimasto male soprattutto per come si è chiuso il rapporto… le scelte, i tagli, fanno parte di questo mondo e dell’agonismo in genere. Capita di non potere fare parte di un progetto. Se mi avessero detto apertamente quello che stava accadendo e quali erano le loro strategie, delle quali evidentemente io non facevo parte, lo avrei accettato. Alla fine è passato il messaggio sbagliato, hanno detto di non essere riusciti a trattenermi. Ma per la verità non ci hanno nemmeno provato”.
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Per altro nel 2018 Melandri chiude quinto mentre Bautista butta via un mondiale apparentemente già vinto: “Fin dalla prima gara ho detto che il Mondiale era nelle sue mani. Un peccato perché poteva sfruttare le difficoltà di Davies e una moto che era nettamente superiore alle altre, ma Bautista ha avuto problemi sia con la V4 che con la V2, lo dicono i fatti”.
Lui invece sulla Ducati V4 avrebbe voluto gareggiare: “Era una moto che mi piaceva e sulla quale mi sentivo assolutamente a mio agio, era perfetta per il mio stile di guida. Con la R1 invece ho pagato la mia struttura fisica che non garantisce quella muscolarità che sarebbe stata necessaria sulla Yamaha. È un telaio rigido che richiede forza e altezza, faticavo molto a tenere il peso sulla ruota anteriore. Ho avuto problemi per tutta la stagione, mi è mancata la fiducia nel mezzo, soprattutto nelle traiettorie più spinte anche se qualche soddisfazione me la sono tolta in particolare sotto la pioggia”.
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