F1, Jean Todt fiducioso sul mondiale: “A luglio in pista. Puntiamo a completare almeno 15-18 gare delle 22 in programma”
Come tutte le altre competizioni sportive del pianeta, la Formula 1 ha dovuto ritardare il lancio della sua stagione 2020 a causa della pandemia di coronavirus.
Inizialmente prevista per il 15 marzo in Australia, la gara di apertura del campionato del mondo dovrebbe svolgersi ora in Austria il 5 luglio, con la possibilità di essere bissata la settimana successiva.
Jean Todt, presidente della FIA, ha appena confermato in un’intervista con il settimanale “Le Point” che tutti gli indicatori puntano in questa direzione.
“In questa stagione, avremmo dovuto avere 22 Gran Premi. Due sono già stati cancellati: Monaco e Australia. Spero che saremo in grado di correre da 15 a 18 dei 20 che rimangono da disputare”, ha detto l’ex direttore della Ferrari.
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F1, Jean Todt fiducioso sul mondiale: “In pista a luglio”
Poi il capo della FIA aggiunge: “Attualmente stiamo studiando con il promotore della Formula 1 e gli organizzatori del Grand Prix le date di un nuovo calendario. Al momento attuale pensiamo che le corse potrebbero riprendere – forse a porte chiuse – a luglio.
“Per una gara di Formula 1, una rigorosa sessione chiusa richiede comunque la presenza di 1.500-2.000 persone“, aggiunge Todt. “Resta da definire i luoghi di queste corse. Non è escluso che alcuni promotori organizzino due Gran Premi“.
I circuiti del Red Bull Ring (Austria) e di Silverstone (Gran Bretagna) hanno già dichiarato di essere favorevoli all’organizzazione di due Gran Premi di Formula 1 senza spettatori.
“Al momento, però, la mia preoccupazione principale è quella di delineare un nuovo piano per tutto il motorsport – ha concluso il presidente francese – Era un tema già discusso prima dell’emergenza, ma oggi questo aspetto sta diventando ancora più urgente. Le corse automobilistiche sono troppo costose e dovremo stilare un programma completo per tutte le categorie, dalla Formula 1 alle gare di endurance. Le case costruttrici stanno attraversando una crisi storica e saranno costretti a fare delle scelte che potrebbero spingerli a rivedere i loro impegni nelle competizioni. I concorrenti privati, anche se sono spesso ricchi, rischiano di ridurre i loro investimenti. Dobbiamo ricreare un nuovo equilibrio”.
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