Qualora si notassero una o più bolle sugli pneumatici della propria auto sarebbe bene non sottovalutare il problema: le cause ed i rimedi.
Quella della comparsa di bolle sugli pneumatici è una problematica molto meno rara di ciò che si pensa. Qualora se ne individuasse una sulle gomme del proprio veicolo sarebbe bene correre immediatamente ai ripari. Ma cos’è che causa questo antipatico imprevisto? Quali sono i rischi che si corrono? E soprattutto, come porvi rimedio? In primo luogo è necessario un breve excursus sullo pneumatico, o meglio sulla sua fattura ed i materiali impiegati per la sua realizzazione.
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Gli pneumatici sono prodotti utilizzando l’unione della gomma con vari agenti chimici che conferiscono, in base al modello, più o meno elasticità, malleabilità e resistenza. Alla cosiddetta base si aggiungono poi dei rinforzi che si concretizzano nell’impiego di corde e fili metallici. Sono proprio questi ultimi che determinano la forma dello pneumatico garantendo una perfetta tenuta e scongiurando il pericolo di una eventuale deformazione a seguito dell’utilizzo. Tutti gli elementi vengono tenuti insieme da collanti specifici i quali assicurano la compattezza del prodotto finito.
Ed è qui il punto nodale della questione. Qualora in fase di assemblaggio uno degli elementi di produzione dovesse presentare delle impurità, ovviamente a risentirne sarebbe lo pneumatico. In alcune sue parti, infatti, potrebbe risultare “debole”. Dove la fusione tra i materiali non ha funzionato alla perfezione, potrebbe nascondersi l’insidia. In particolare l’insorgenza di bolle, ossia veri e propri rigonfiamenti che possono palesarsi sullo pneumatico.
Bisogna, però, specificare che il fenomeno potrebbe essere anche la conseguenza di un danneggiamento post-utilizzo. Tra questi si considerino le brusche botte prese dalla gomma in presenza di buche ad esempio.
Le cause, come riferisce anche la redazione di Pneumatici Auto sarebbero dunque due, ma la soluzione è univoca.
Le bolle sugli pneumatici sono un fenomeno definibile graduale. Ed infatti, in un primo momento risultano quasi impercettibili. Successivamente però, a causa dell’utilizzo del veicolo iniziano a divenire una “presenza molto ingombrante“.
Qualora si notasse anche un benché minimo rigonfiamento sulla spalla dello pneumatico, è consigliato rivolgersi immediatamente ad un esperto del settore che vi consiglierà sicuramente la sostituzione dello stesso. In aggiunta, se la coppia (anteriore o posteriore) di cui fa parte lo pneumatico danneggiato ha percorso oltre 10.000 km, il gommista potrebbe consigliare la sostituzione di entrambi, per non creare uno squilibrio della vettura soprattutto in situazioni di frenata.
Trattandosi di un cedimento strutturale, la bolla potrebbe dare luogo ad una situazione di estremo pericolo: lo pneumatico potrebbe letteralmente scoppiare. È per tale ragione che, appunto, il rimedio è radicale. Prevenire, tuttavia, è meglio che curare. In fase d’acquisto è consigliato optare per pneumatici di alta qualità, sì da ridurre il rischio di un errore nella produzione. In secondo luogo, stare sempre attenti ad eventuali insidie stradali. Limitare il più possibile la pressione sui marciapiedi e percorrere strade sconnesse con il massimo della cautela.
Molti automobilisti che si sono trovati di fronte al problema si saranno sicuramente chiesti quanto strada si può percorrere con uno pneumatico che presenta una bolla. Purtroppo a tale quesito non vi è risposta, in quanto non è prevedibile quanto possa tenere la gomma senza l’ausilio totale o parziale delle tele.
Potendosi trattare di una bolla formatasi accidentalmente, le case normalmente non riconoscono la sostituzione in garanzia, ma in caso contrario sarà necessario l’invio della gomma stessa, mediante il gommista dove sono state acquistate, presso un centro di controllo della casa produttrice volto ad effettuare le verifiche del caso. Nella maggior parte dei casi, però la garanzia non viene riconosciuta
Molte case produttrici di gomme offrono al momento dell’acquisto, la possibilità di avere una garanzia kasko su almeno uno pneumatico per almeno i primi 12 mesi
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