Autolavaggi. Dopo il ricorso delle associazioni di categoria, la prefettura di Asti dà ragione agli operatori e agli automobilisti. Le attività possono restare aperte, i cittadini che ne usufruiscono non vanno multati, scrive il vice-prefetto Raffaele Sirico
Niente multe per chi va a lavare l’auto. Non lascia dubbi la risposta della prefettura di Asti dopo il ricorso presentato dalle associazioni di categoria. Diversi clienti di autolavaggi, infatti, erano stati multati per quasi 400 euro nonostante le attività di manutenzione e riparazione di autoveicoli, autolavaggi compresi, rientrano tra le attività essenziali che possono restare aperte.
Figurano infatti con il codice Ateco 45.2, e il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 aprile non ha modificato il loro status.
Si è palesata però un’evidente contraddizione da sanare: l’attività può restare aperta, ma i clienti che ne usufruiscono vengono multati. Le associazioni del settore ALI (Associazione Lavaggisti Italiani), Confcommercio (Assolavaggisti Confesercenti) e Federlavaggi hanno presentato ricorso al prefetto di Asti. Il vice-prefetto Raffaele Sirico ha risposto e non ha lasciato spazio a dubbi o interpretazioni.
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Sirico sottolinea l’importanza di fornire una lettura coerente della situazione. Secondo l’interpretazione più letterale, scrive, “le attività raggruppate con il codice ATECO 45.2 sono consentite in quanto necessarie ad assicurare un servizio di assistenza a chi deve spostarsi per lavoro o altre necessità“.
Per questo, scrive, tassisti, operatori sanitari, lavoratori in genere, devono poter lavare l’auto.
Oltre a questo primo livello, prosegue Sirico, c’è anche un’altra considerazione. “L’esigenza di pulizia dell’autoveicolo, può derivare, in astratto, anche da un uso del veicolo non correlato con le attività di lavoro, come nel caso di spostamenti per motivi di salute, per approvvigionarsi di generi alimentari o di altri beni di prima necessità” scrive.
E non si può negare la possibilità di pulire l’auto, conclude, anche perché “igienizzare le parti interne, nel rispetto dei protocolli di sicurezza degli operatori, non può che contenere la diffusione di agenti patogeni”.
Soddisfatte le associazioni di categoria, che hanno invitato tutti gli operatori del settore ad esporre chiaramente tutte le norme che gli automobilisti devono rispettare per la sicurezza di tutti.
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