In attesa che il governo Conte stabilisca procedure e modalità per l’attuazione della cosiddetta Fase 2 che sblocca il lockdown succcessivo alla pandemia, il Gruppo Piaggio annuncia accordi sindacali per la riapertura di Aprilia e Moto Guzzi.
Di fatto la Fase 2 è già cominciata in alcuni stabilimenti. Se in numerose fabbriche automobilistiche, soprattutto in Germania e in Francia alcune linee di produzione sono state rimesse in attività, per quanto riguarda le aziende italiane tutto è rimandato al 4 maggio, giorno in cui scadrà l’attuale decreto ministeriale contro il COVID19. Solo da quel momento sarà possibile riaprire i cancelli delle fabbriche e riprendere l’attività, anche se con ritmi forzatamente ridotti.
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Tra le aziende che si sono già rese disponibili per la ripresa della produzione ci sono la Aprilia, con le sue fabbriche di Noale e di Scorzè in provincia di Venezia e lo storico stabilimento di Mandello del Lario in provincia di Lecco, sede della gloriosa Moto Guzzi. Anche questi capannoni, per diverse settimane, sono rimasti chiusi, senza alcuna attività. Il Gruppo Piaggio, colosso che detiene oltre ai marchi Aprilia e Guzzi anche quelli di Gilera, Derbi e Laverda, ha recentemente incontrato le organizzazioni sindacali per siglare tutti i protocolli necessari che riguardano le linee guida per riattivare l’attività.
Gli stabilimenti sono già stati in gran parte ripristinati sotto un aspetto di igienizzazione e sanificazione e nuovi protocolli, a cominciare dai dispositivi di sicurezza personale, sono stati stabiliti per tutti i lavoratori che, a poco a poco, torneranno al lavoro.
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Ogni operaio di Moto Guzzi e Aprilia effettuerà una visita medica di controllo prima di tornare sulla linea di produzione. Poi con cadenza regolare, sarà dotato di un apposito kit di mascherine, guanti, occhiali e una larga dotazione di gel igienizzante per le mani. Tutti gli stabilimenti effettueranno il controllo della temperatura corporea che, almeno inizialmente, verrà affidato a delle agenda specializzate esterne attraverso l’uso di termoscanner.
Sotto controllo anche i cosiddetti spazi comuni, a cominciare dalla mensa: così come il parcheggio, gli spogliatoi e tutti i varchi di entrata e uscita. Se le fabbriche, gradualmente, riprenderanno la loro attività gli uffici proseguiranno con la loro attività di smart working. Chi potrà continuare ad eseguire il proprio lavoro a casa lo farà in connessione virtuale.
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