Con la Yamaha R1 al Polo Nord in solitaria: l’ultima follia di Sjaak Lucassen

A bordo di una Yamaha R1 elaborata e adatta a percorrere grandi tratti ghiacciati, l’olandese Sjaak Lucassen è pronto a sfidare la natura più estrema con un’impresa che molti ritengono non solo troppo rischiosa ma addirittura impossibile.

Yamaha R1 Lucassen
La prima spedizione al Polo Nord

Partire da Anchorage in Alaska in pieno inverno destinazione ‘profondo nord’ in pieno inverno destinazione con una Yamaha R1 elaborata e tornare. Da solo e senza alcun appoggio.

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Yamaha R1
La R1 in officina

La Yamaha R1 per gelo estremo

È stato soprannominato il maratoneta anche se la sua professione non è correre e nemmeno camminare a piedi ma andate in moto. Si chiama Sjaak Lucassen, olandese, ha 50 anni e la sua grande specialità sono le long distance mission, spedizioni ai limiti quasi impossibile che compie solo ed esclusivamente a bordo delle sue motociclette.

Ogni missione lo tiene impegnato non meno di tre anni: si tratta di pianificare con cura il percorso, studiare i tracciati migliori, elaborare i mezzi recuperare qualche sponsor (che è sempre la cosa più difficile). Poi, finalmente, si parte. Quello che ha reso famoso Sjaak non è tanto il viaggio in se stesso: molti sono i motociclisti che sono riusciti a raggiungere il Polo Nord con la propria fedele due ruote. Ma pochi possono dire di avere raggiunto il punto più a nord del mondo su una moto da corsa, nata per le piste.

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La R1 bloccata nel ghiaccio

Al Polo Nord su una moto da pista

La strada che porta al Polo Nord è quanto di più difficile e problematico si possa immaginare; anche nella stagione migliore, e dunque senza troppo ghiaccio, la strada è poco più di una pista sterrata polverosa e piena di buche. Tenere la moto in piedi, viaggiando anche al minimo del gas, è una grandissima impresa. Ma Sjaak Lucassen ha fatto di questo genere di missioni una vera e propria specialità. La sua prima impresa fu, tra il 1996 e il 1998, un viaggio da 160mila km con il quale, di fatto, ha attraversato tutto il mondo a bordo di una Honda CBR assolutamente standard. Una moto identica a quelle che vengono vendute nei concessionari.

Due anni dopo una missione ancora più folle: eseguire un giro del mondo in più tappe toccando non soltanto l’estremo est e l’estremo ovest ma anche i punti più a nord e più a sud del mondo, e dunque Circolo Polare artico e Patagonia. In tutto 260.000 km coperti interamente in cinque anni di viaggio con una Yamaha R1 gommata come se dovesse andare su un circuito.

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Nel video qui sotto Lucassen attraversa un fiume fangoso con la R1 durante una sua spedizione in Congo.

 

L’esploratore a due ruote

Un’esperienza che convince Lucassen a qualcosa di ancora più estremo. Elaborato un nuovo concetto di pneumatico Lucassen grazie a questa esperienza riesce a realizzare una nuova mescola e il disegno di una scolpitura speciale destinata ai tracciati più estremi, come quello del mare ghiacciato di Beaufort attraversato interamente nel 2013. L’avvento dei social network e dei blog rendono Lucassen una vera celebrità. il motociclista è riuscito a partecipare a numerose trasmissioni televisive presentando i suoi documentari e a pubblicare numerosi libri l’ultimo dei quali riguarda una delle sue imprese più folli, raggiungere il Polo Nord sulla solita Yamaha R1.

“Che fatica calibrare gomme e sospensioni”

“Mi sono divertito molto a rielaborare le mie moto a seconda delle esigenze e dei viaggi che volevo affrontare – dice Lucassen – nel caso della R1 che ho ribattezzato, aRct1c, non mi sono limitato a riprogettare le gomme ma anche le sospensioni. Non sarei mai riuscito a tenere la strada senza questo genere di configurazione che prevede un battistrada anteriore di 30 cm di larghezza e addirittura di 60 centimetri dietro. Disegnarle è stato difficile ma montarle è stato molto peggio. Alla fine ho avuto ragione io e posso dire che questo mio genere di spedizione è stato utile anche per molti altri motociclisti e numerose case. Tutti stanno studiando la mia R1 così come la mia vecchia Honda CBR per nuovi progetti sempre più estremi. L’ultima R1, quella più elaborata, prevede oltre a sospensioni e gomme adattate, anche una trazione a doppia catena così come tutti i fluidi, radiatore e lubrificati, sono stati creati ex novo”.

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Honda CBR
Lucassen in Egitto con la CBR con cui fece il suo primo giro del mondo

La prossima impresa che Lucassen ha deciso di organizzare è la più rischiosa e temeraria. Partenza in pieno inverno da Anchorage destinazione Polo Nord: tre tappe in tre periodi diversi dell’anno per andare e tornare con la R1 elaborata ma senza alcuna assistenza. Dietro la moto un piccolo van che ospiterà una tenda, scorte alimentari e benzina.

 

 

 

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