Ripercorriamo la prima vittoria di Michael Schumacher con la Ferrari, sotto la pioggia al Montmelò nel Mondiale di Formula 1 del 1996.
Quando mancano cinque giri alla fine del Gran Premio di Spagna sul circuito del Montmelò, settima prova del Mondiale di Formula 1 1996, Michael Schumacher accende la radio e chiama i box Ferrari. “Hello boys, sarà bene montare anche un impianto di riscaldamento perché io qui sto morendo di freddo“. Ride e canta sotto la pioggia Schumi, che sta per festeggiare la prima vittoria in Ferrari. La mattina prima della gara, il tedesco ha scortato per un giro di pista il re Juan Carlos. “Mi ha svelato tutti i segreti del circuito” ha raccontato.
Nelle prime sei gare della stagione, la Williams ha scavato il vuoto con i rivali. Damon Hill ne ha vinte quattro (Australia, Brasile, Argentina e San Marino), il suo compagno di squadra Jacques Villeneuve ha trionfato al Nurburgring, Olivier Panis ha vinto in una delle più incredibili edizioni del GP di Monaco.
Le qualifiche del GP di Spagna
Schumacher, al primo anno con il Cavallino, ha con sé un nuovo nutrizionista-preparatore-guru: un indiano nato in Germania, Bakhtiar Singh, che gli ha imposto di ridurre il consumo di pasta. Schumi dimostra di apprezzare, nei test invernali, il motore V12 della 412 T2.
Ma i problemi si moltiplicano, prima al serbatoio in carbonio poi all’elaborato cambio voluto da Barnard con l’impiego di un’inedita scatola in titanio. Il nuovo cambio, introdotto solo alla quarta gara, al Nurburgring, aiuta Schumi a raggiunger due secondi posti consecutivi (GP Europa e Imola). A Monaco, Schumacher però finisce contro il muro del Portier al primo giro.
A Barcellona, prepara il riscatto. Ma in qualifica, sull’asciutto, dominano le Williams. Hill stampa la pole con 434 millesimi di vantaggio su Villeneuve e quasi un secondo su Schumacher. La domenica diluvia, tanto che si valuta anche di partire dietro la safety car.
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La gara: Schumacher canta sotto la pioggia
Il direttore, alla fine, fa partire normalmente e nel primo giro si registrano già cinque ritirati. Schumacher scatta malissimo e sfila settimo dopo la prima curva. Ma risale. Si ritira anche Irvine, l’altro ferrarista. Schumi al terzo giro è negli specchietti di Gerhard Berger. E un passaggio più in là lo supera. E’ terzo, perché nel frattempo Hill, partito in testa, è andato in testa coda. Davanti, ci sono solo Jacques Villeneuve e Jean Alesi che sa guidare benissimo sul bagnato. Schumacher però vola. Il suo giro più veloce, al 14° giro, è di 2.2 secondi più veloce del migliore degli altri.
Schumacher guadagna anche quattro secondi in un giro solo su Villeneuve. Sale in testa, ma il motore Ferrari non suona come dovrebbe. Le infiltrazioni d’acqua spengono uno dei due cilindri.
A Bologna, davanti alla televisione, Luca Cordero di Montezemolo freme e soffre come ogni tifoso. “Chi ha visto il Gp di Spagna, dal vivo o davanti al televisore come ho fatto io, sappia che ha assistito ad un evento raro” ha detto a Repubblica. “Schumacher mi ha ricordato lo straordinario Senna che fece il vuoto a Donington, in Inghilterra“. Dopo le qualifiche, rivela, “Todt mi aveva detto che l’obiettivo possibile era il podio, un secondo o un terzo posto. Non di più. Ma poi, poi… Poi è successo che sul bagnato la macchina è stata la migliore di tutte, la più affidabile: lo confesso, anch’io fatico a capire“.
C’è poco da capire, forse. C’è da considerare che nelle condizioni estreme, in una Formula 1 di qualche generazione fa, il pilota pesa più della macchina. Pesa, Schumacher. Vince e valorizza l’investimento della Ferrari, che l’ha scelto come campione del presente e del futuro. “Placido Domingo” dice ancora Montezemolo, “mi ha detto: avete avuto ragione. Lo sapevamo, per questo abbiamo preso Schumacher: perché da qualche anno il mondiale di F.1 è tornato ad essere dominato dai piloti, e non più soltanto dalle macchine“.
Alla fine della corsa, un gruppetto di tifosi bussa alla parrocchia di Maranello. Chiedono a don Elio Belloi di riprendere una tradizione dopo un anno di attesa: suonare le campane per un successo della Ferrari.
A Maranello si sentono le campane, al Montmelò risuona l’inno tedesco durante la premiazione. Sul podio, c’è di nuovo re Juan Carlos. “Grazie maestà” gli dice Schumacher, “mi ha portato fortuna. Perché non viene con me anche in Canada?“.
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