Settore Moto in crisi, l’appello di Ancma per la riapertura

L’associazione del settore moto Ancma denuncia una grave crisi e al contempo chiede al governo di poter ripartire: la tenuta è a rischio.

Ancma moto
(Getty Images)

Anche il settore delle moto si unisce ai tanti che denunciano una grave crisi a causa del Coronavirus. A lanciare l’allarme è Ancma, che chiede al governo di poter ripartire con le produzioni. Se non si procederà in questa direzione, la tenuta dell’intero ambito sarà messa in grave rischio.

A parlare, è Paolo Magri, presidente dell’Associazione dei produttori di cicli, motocicli e accessori. Egli sottolinea l’importanza cruciale delle due-ruote nella mobilità dei cittadini. Pertanto, secondo lui, sarebbe fondamentale riaprire gli stabilimenti il prima possibile, dato che molti sono già pronti adottando le misure di sicurezza sanitaria necessarie.

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Il presidente Ancma dichiara: “Il settore moto deve ripartire al più presto”

Ancma moto
(Getty Images)

Sono tanti i settori a rischio a causa dello stop imposto dalla diffusione del Coronavirus. Tra questi, l’ultimo in ordine cronologico, è quello delle moto, che tramite una nota diffusa da Ancma, lancia l’appello al governo. La richiesta è quella di riaprire gli stabilimenti delle due-ruote al più presto, in quando la tenuta dell’intero ambito è in grave rischio.

I nostri associati sono pronti a ripartire con responsabilità già oggi, adottando tutte le misure di sicurezza sanitaria condivise con le parti, nell’interesse dei lavoratori e della salvaguardia di un settore a prevalenza stagionale”. Infatti, prosegue Magri, presidente Ancma: “Il settore delle due-ruote concentra i ricavi tra i mesi di aprile e luglio. A marzo abbiamo subito una contrattura delle vendite del 66% rispetto al 2019 e le previsioni per maggio sono molto negative. Proprio per questa stagionalità, sarà difficile recuperare una parte dei volumi persi, se non si potrà riaprire il prima possibile”.

La situazione preoccupa anche l’import/export in Europa, dato che le industrie italiane figurano tra i produttori più attivi in questo ambito. “Parliamo di una eccellenza da circa 320.000 veicoli e 2,6 milioni di bici ogni anno, a cui si aggiungono tutte le realtà artigianali e industriali di accessori”.

Infine: “Le due-ruote saranno protagoniste nella mobilità individuale della ripartenza, a maggior ragioni nei contesti cittadini, dove hanno la possibilità di assicurare distanziamento sociale, spostamenti rapidi e una maggior ecosostenibilità”.

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