Dopo gli azzardati esperimenti missilistici rappresentati dal progetto Bloodhound, la Devel Sixteen riporta tutti con le gomme a terra nel decennio che si è appena chiuso e si rivela l’auto più veloce del mondo.
Il secondo decennio del nuovo millennio si chiude all’insegna della Devel Sixteen e della concretezza. Dopo che il progetto Bloodhound tra il 2008 e il 2009 aveva elaborato un prototipo automobilistico più vicino alle fattezze di un missile che di una macchina raggiungendo quasi i 1600 km/h su strada, anche i progettisti più azzardati hanno voluto riportare sulla terra e su un piano di fattibilità le proprie realizzazioni.
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Il Bloodhound, chiamato così dal missile britannico Bristol Bloodhound che la Gran Bretagna adottava tra i suoi strumenti di difesa non sembrava nemmeno un macchina. Dei motori uno era il jet EJ200 prodotto da Rolls Royce e montato sul caccia Eurofighter Typhoon in forza anche alla nostra aeronautica militare. Una potenza di 130mila cavalli. Il “piccolo” motore Jaguar V a otto cilindri serviva solo per fare manovra. Il record mondiale di velocità su strada che reggeva dal 1983 (1019 km/h) è stato pesantemente battuto: il Bloodhound viaggiava a 1600 km/h e ora è semplicemente un’auto da museo destinata agli esperimenti. La Devel Sixteen invece è un’auto in tutto e per tutto. Ma prima…
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La Koenigseeg One
La svedese Koenigsegg One, prodotta per tre anni dal 2016 al 2016, è stata la perfetta sintesi di un lungo lavoro di ricerca che ha visto la casa perfezionare il modello fino ad arrivare alla velocità di punta di 450 km/h che però, nonostante diversi tentativi nel corso degli ultimi anni, non è mai stato superato. Attrezzato con un V-8 da 5000 cc con doppia turboalimentazione, il motore della Koenigsegg eroga fino a 1.340 cavalli su 1360 chili di peso e il suo nome è dovuto proprio a questo rapporto 1:1, un cavallo per ogni chilo.
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La SSC Tuatara è un prototipo prodotto dalla nordamericana nota come Shelby Super Cars (SSC sta per questo). La sua produzione è iniziata nel 2018 ed è stata testata subito su pista con ottimi risultati, raggiungendo i 483 km/h ma un paio di mesi fa ne è stata elaborata una nuova versione ancora più promettente che dovrebbe ritoccare il primato. La vedremo in pista prima della fine dell’anno. La prima versione, quella che ha raggiunto la velocità di punta attualmente omologata, aveva un motore 5,9 V Twin da 1.350 cavalli ma il modello nuovo è molto più potente. La E75, così si chiamerà, eroga già 1.775 cavalli e i test non sono ancora stati perfezionati.
Il suo nome, Tuatara, deriva da un rettile che vive nella Nuova Zelanda, un lucertolone di origine preistorica dotato di un sistema nervoso molto peculiare e di una pericolosa dotazione di aculei velenosi sul dorso che i Maori avevano ribattezzato ‘tuatara’, ovvero… non toccare.
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La Venom F5 prodotta dalla texana Hennessey nel 2017 supera di appena un chilometro la Tatuara attestandosi durante le prove in Nevada al terzo posto assoluto tra le auto del decennio: 484 km/h che vengono raggiunti al quinto tentativo e dopo aver testato tre diversi motori. Il primo, un V8 da 8mila cc viene progettato ma non fu mai montato sullo chassis per via delle sue dimensioni. Un secondo motore da 6.4 litri si rivela adatto ma “poco performante”. Il terzo è un 7.4 litri con doppia sovralimentazione da 1.817 cavalli, sette marce, che si rivela il miglior compromesso possibile per un’auto capace di superare i 300 km/h in meno di 10”.
La macchina viene prodotta in pochissimi esemplari e non si piega alle richieste del cliente se non per il set up della guida. In due anni ne sono state prodotte solo cinquanta. Tutte vendute al prezzo di partenza di 1,6 milioni di dollari.
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La Bugatti Chiron lo scorso anno chiude il decennio sfiorando i 500 km/h che era in definitiva l’obiettivo, non dichiarato, del prototipo. Ma una barriera viene comunque abbattuta, forse più rappresentativa per il mercato americano che è il punto di riferimento della casa francese, le 300 miglia all’ora. L’auto è alimentata da un W16 sette marce con doppia frizione che eroga 1.578 cavalli.
I progettisti, su suggerimento del primo driver che testò il motore sulla Centodieci, lo ribattezzarono Thor perché il pilota, scendendo dalla macchina disse… “it was like an hammer down on my back”: come se mi avessero dato una martellata sul di dietro. La macchina, appena presentata e forte di un discreto successo tra gli appassionati americani del fast and furious, nel frattempo è già stata oggetto di un restyling e di un secondo modello che dovrebbe essere testato entro la fine dell’anno sulla pista di Ehra-Lessien con l’obiettivo di sfondare i 500 hm/h ed essere la prima macchina più veloce del nuovo millennio.
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In vendita a un prezzo indicativo di circa 2,3 milioni di dollari, la Devel Sixteen eroga una potenza di quasi 5.007 cavalli. Si tratta dell’auto omologata in grado di superare i 560 km/h. Il primato è stato registrato nel Deserto del Nevada nel 2018 e a oggi resta imbattuto. Il motore del mezzo più potente delle tre versioni allestite è un V16 sovralimentato da una turbina quad e viene allestito su uno chassis iperdinamico e tutto in carbonio. L’accelerazione da 0 a 100 si raggiunge in 1.8”.
Uno dei fondatori della Devel, lo sceicco Majid Al Attar non ha mai voluto rivelare quante auto siano state prodotte e consegnate a oggi. Tuttavia, stando a poche informazioni ufficiose, si ipotizza che le Devel 16 siano una dozzina la metà delle quali nell’asset top di gamma per la massima velocità. Una sicuramente è in India, un paio sono a Dubai. Se anche avete i soldi dimenticate di sfoggiarla per strada. L’auto non può essere omologata e può essere usata solo in pista o per test di velocità autorizzati e in sicurezza.
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