Bus turistici in ginocchio per il Coronavirus: i numeri della crisi

La crisi economica dovuta al Coronavirus ha colpito anche i bus turistici. Utilizzati da milioni di persone per spostarsi, sono ora completamente fermi

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A causa del lockdown, anche i bus turistici stanno vivendo le conseguenze della crisi economica (Getty Images)

Il Coronavirus, oltre ai tantissimi danni che sta provocando al sistema sanitario, avrà conseguenze pesantissime anche a livello economico. Una volta finita l’emergenza, l’intero pianeta dovrà fare i conti con una crisi che non si vedeva da decenni. In Italia, il Governo ha stanziato fondi in aiuto di imprese e liberi professionisti, ma gli aiuti potrebbero non bastare a ricoprire i danni conseguiti a tutte queste settimane di lockdown.

Tra i tanti settori colpiti dalle conseguenze del Covid-19, c’è sicuramente anche il turismo. Non solo per quanto riguarda le mete più in voga, gli alberghi e i villaggi, ma anche per quanto riguarda i trasporti. Con una nota ufficiale, il Comitato Bus Turistici Italiani ha voluto lanciare l’allarme mostrando i numeri della crisi. Servizi per il trasporto economico come Flix Bus subiranno in maniera pesantissima il post Coronavirus.

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Emergenza bus turistici: i numeri della crisi

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Si stimano perdite per milioni di euro (Getty Images)

Il turismo è sicuramente uno dei settori che risentirà maggiormente delle ingenti perdite dovute al lockdown. Il sistema di trasporti non sta più lavorando, e i danni difficilmente verranno ricoperti nel breve periodo. Il Comitato Bus Turistici Italiani ha deciso di denunciare il tutto, pubblicando i numeri della crisi: si parla di 25mila posti di lavoro che sono a rischio, di 6mila imprese completamente ferme e di un fatturato di circa 2,5 miliardi andato in completamente in fumo.

Ma non solo. I danni di questo stop così prolungato colpiranno anche lo Stato stesso. Ogni anno si registrano 1,7 miliardi di chilometri percorsi dai bus turistici, con un consumo di 450 milioni di litri di benzina. Questi numeri equivalgono all’incirca a oltre 250 milioni di euro che non entreranno nelle casse dello Stato. La crisi comprende anche chi è collegato ai bus turistici, come le guide, i gommisti, le compagnie assicurative ecc.

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