Anche Citroen si muove nel campo dell’elettrico presentando Ami, l’urban-car con zero emissioni che garantisce una guida fluida e silenziosa
Soprattutto nel corso degli ultimi anni, la questione salvaguardia dell’ambiente è diventata di diritto una delle più importanti e discusse. I dati, poco prima che scoppiasse il Coronavirus, erano terrificanti e mostravano come l’uomo stia danneggiando l’ecosistema ogni giorno di più. Una delle principali cause di questi danni è da collegare alle emissioni di industrie e delle automobili a benzina.
In questo senso, i principali marchi automobilistici si stanno muovendo per un passaggio definitivo all’elettrico a impatto 0. Citroen ha da poco presentato Ami, la prima urban-car elettrica al 100%. Grazie al suo design semplice, con 2 posti e una compattezza evidente, permette al guidatore di spostarsi con facilità tra le vie delle città, consumando poco e disponendo di una guida fluida e silenziosa.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> McLaren Senna, un bolide da 900 cv con il tuning Novitec – FOTO
Le caratteristiche di Ami, l’urban-car elettrica targata Citroen
Citroen ha dimostrato di essere al passo coi tempi e di seguire il mercato automobilistico, puntando sull’elettrico a impatto ambientale 0. È stata da poco presentata Ami, la prima urban-car elettrica al 100%, che permette una guida fluida ed è dedicata principalmente ad un utilizzo di tipo urbano. Grazie ai suoi 70 km di autonomia e ai 2,40 metri di lunghezza, permette al guidatore di spostarsi in totale autonomia e facilità soprattutto nelle grandi metropoli.
La scelta delle dimensioni ridotte e della compattezza non sono da collegare esclusivamente a uno stile di guida più semplice in strada. Grazie al design scelto, anche il tempo di carica necessario è ridotto (circa 3 ore in totale). Per guidare Ami non servirà la patente: scelta in linea con la strategia Citroen di essere accessibile a tutti, proponendo di volta in volta offerte per esigenze individuali e non.
FORSE TI INTERESSA ANCHE >>> Bus turistici in ginocchio per il Coronavirus: i numeri della crisi
