Non è facile mantenere un briciolo di raziocinio e di buon senso in una fase come questa dove la paura del coronavirus domina e le regole, quanto più strette sono, tanto più possono essere fatte rispettare.
Quelli del coronavirus sono tempi difficili per chi li deve subire e anche per chi deve fare rispettare le regole. Tuttavia ogni tanto servirebbe anche quello spirito di servizio e un po’ di comune buon senso che sicuramente nella stragrande maggioranza delle forze dell’ordine non manca.
Un caso estremo da coronavirus
Raccontiamo il fatto così come è stato riferito da un funzionario, delle forze dell’ordine di stanza a Genova. Sono le 14.30 del giorno di Pasquetta e tutta la città è intasata dai posti di blocco. Ci sono code ovunque per i controlli che vogliono penalizzare chi vorrebbe andare a farsi un giretto in una città che sta vivendo problemi di viabilità drammatici fin dal crollo del Ponte Morandi, e dunque dal 16 agosto dello scorso anno. Un uomo cerca di passare un posto di blocco, è in lacrime: “Mio padre sta male, mi ha chiamato al telefonino e ora non risponde più. Fatemi andare”.
È in macchina da solo, non vuole fermarsi a fare l’autocertificazione: “Vi prego… non costringetemi a scappare. Facciamo così, uno di voi venga con me, o seguitemi…” E parte.
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Estremi rimedi
La pattuglia della polizia lo segue e accende la sirena: ma non lo ferma e non gli taglia la strada. L’uomo si fa largo a colpi di clacson con la pattuglia che lo segue per alcuni chilometri. Arrivato a destinazione l’uomo scende dall’auto di corsa, sale in casa, spalanca le finestre e urla… “presto, chiamate un’ambulanza”. È tutto vero: il padre, anziano, aveva perso conoscenza. L’ambulanza arriva e stavolta la pattuglia della polizia si mette davanti e traina l’ambulanza fino al pronto soccorso dove l’anziano viene ricoverato subito in terapia intensiva e intubato.
È ancora vivo: e forse suo figlio non fosse stato così ostinato, o se avesse incontrato il classico, zelante ufficiale, che lo avesse obbligato ad autocertificazione e sanzione, sarebbe morto. Una bella storia, sperando che il lieto fine sia definitivo: “Siamo funzionari di pubblica sicurezza, a volte dobbiamo rispettare i regolamenti per farli rispettare – dice la nostra fonte – perché così è tutto più chiaro e più facile. Ma la regola non scritta alla quale suggerisco sempre ai colleghi più giovani di attenersi, è quella del buon senso”.