Coronavirus, si fa inseguire dalla Polizia per salvare il padre morente

Non è facile mantenere un briciolo di raziocinio e di buon senso in una fase come questa dove la paura del coronavirus domina e le regole, quanto più strette sono, tanto più possono essere fatte rispettare.

Coronavirus controlli
Nel week end di Pasqua le forze dell’ordine hanno eseguito circa 600mila controlli sul terrtorio italiano coronavirus. (Photo by Andreas SOLARO / AFP) (Photo by ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Quelli del coronavirus sono tempi difficili per chi li deve subire e anche per chi deve fare rispettare le regole. Tuttavia ogni tanto servirebbe anche quello spirito di servizio e un po’ di comune buon senso che sicuramente nella stragrande maggioranza delle forze dell’ordine non manca.

Coronavirus controlli
Un controllo a Roma (Getty Images)

Un caso estremo da coronavirus

Raccontiamo il fatto così come è stato riferito da un funzionario, delle forze dell’ordine di stanza a Genova. Sono le 14.30 del giorno di Pasquetta e tutta la città è intasata dai posti di blocco. Ci sono code ovunque per i controlli che vogliono penalizzare chi vorrebbe andare a farsi un giretto in una città che sta vivendo problemi di viabilità drammatici fin dal crollo del Ponte Morandi, e dunque dal 16 agosto dello scorso anno. Un uomo cerca di passare un posto di blocco, è in lacrime: “Mio padre sta male, mi ha chiamato al telefonino e ora non risponde più. Fatemi andare”.

È in macchina da solo, non vuole fermarsi a fare l’autocertificazione: “Vi prego… non costringetemi a scappare. Facciamo così, uno di voi venga con me, o seguitemi…” E parte.

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A Pasqua le sanzioni contro i ‘furbetti’ sono aumentate del 20% (Getty Images)

Estremi rimedi

La pattuglia della polizia lo segue e accende la sirena: ma non lo ferma e non gli taglia la strada. L’uomo si fa largo a colpi di clacson con la pattuglia che lo segue per alcuni chilometri. Arrivato a destinazione l’uomo scende dall’auto di corsa, sale in casa, spalanca le finestre e urla… “presto, chiamate un’ambulanza”. È tutto vero: il padre, anziano, aveva perso conoscenza. L’ambulanza arriva e stavolta la pattuglia della polizia si mette davanti e traina l’ambulanza fino al pronto soccorso dove l’anziano viene ricoverato subito in terapia intensiva e intubato.

È ancora vivo: e forse suo figlio non fosse stato così ostinato, o se avesse incontrato il classico, zelante ufficiale, che lo avesse obbligato ad autocertificazione e sanzione, sarebbe morto. Una bella storia, sperando che il lieto fine sia definitivo: “Siamo funzionari di pubblica sicurezza, a volte dobbiamo rispettare i regolamenti per farli rispettare – dice la nostra fonte – perché così è tutto più chiaro e più facile. Ma la regola non scritta alla quale suggerisco sempre ai colleghi più giovani di attenersi, è quella del buon senso”.

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