Per il trasporto pubblico si prospetta un avvenire alquanto complicato. Con la convivenza con il Coronavirus e l’arcinota raccomandazione ad evitare assembramenti, gli utenti, inevitabilmente preferiranno l’auto privata. Lo prospetta una nota società di ricerca
Un effetto dannoso di lunga durata su bus, metro e altre tipologie di trasporto pubblico. E’ quanto prospettato da Ipsos Group sulla base delle informazioni raccolte in Cina riguardo le preferenze di mobilità degli utenti prima e dopo l’emergenza Covid-19.
L’analisi, condotta sul Paese che per primo ha fronteggiato il Coronavirus, ha rivelato che la paura del contagio ha spinto il 66% degli utenti all’utilizzo dell’auto privata, il doppio di quanto avveniva prima dell’inizio dell’epidemia. Stesse percentuali al ribasso per l’uso degli autobus diminuito del 30% e dei taxi, sebbene quest’ultimo settore abbia fatto registrare un calo più lieve.
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Trasporto pubblico, utilizzo in calo in tutto il mondo ?
L’analisi di Ipsos Group lascia presagire cambiamenti importanti sulle abitudini di mobilità urbana in tutto il mondo. Inevitabilmente, la paura del contagio influirà anche altrove sull’utilizzo di autobus e metro specie con la piena ripresa dell’attività lavorativa e scolastica nonché del turismo nelle grandi città.
A Roma, l’Atac ha già predisposto un piano di contingentamento per l’utenza con passeggeri seduti a bordo e obbligo di mascherine e guanti. Un piano d’azione che, al momento, con poche persone che usufruiscono del servizio può dare buoni risultati ma che, alla lunga, non può non presentare criticità.
L’esempio di Atac vale anche per altre realtà locali e nazionali di trasporto pubblico locali e nazionali. I prossimi mesi ci diranno se l’esempio dei cinesi presentato da Ipsos sarà seguito anche altrove. Se così fosse, prepariamoci anche a un nuovo aumento delle emissioni nocive e inquinanti a causa del maggior numero di auto in circolazione. Già proprio l’inquinamento, un altro elemento che il Coronavirus ha abbattuto con la sua diffusione.
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