Prima del GP d’Australia, ultima gara del Mondiale di Formula 1 1986, tre piloti si giocano il titolo. Nigel Mansell e Nelson Piquet sulla Williams-Honda, la vettura più veloce, e Alain Prost su McLaren-TAG. A Mansell basterebbe arrivare terzo. Prost e Piquet devono vincere.
“Sarò molto contenta quando tutto questo sarà finito domani”. La moglie di Nigel Mansell, Rosanne, svela le tracce della tensione del Leone dopo le qualifiche dell’ultimo gran premio del Mondiale di Formula 1 1986, sul circuito australiano di Adelaide. Mansell è primo in classifica con 70 punti, davanti al francese Alain Prost, 64, e al brasiliano Nelson Piquet, 63.
Mansell e Piquet sono compagni di squadra alla Williams-Honda, la macchina più veloce. Prost ha spinto la McLaren, con un motore Porsche sponsorizzato TAG-Heuer meno potente dei rivali, oltre ogni limite. Per il mondiale piloti, allora non si sommano i risultati come oggi. Si considerano solo gli undici migliori piazzamenti sulle sedici gare della stagione. Per il meccanismo degli scarti, a Mansell basterebbe arrivare terzo per diventare campione del mondo.
Mansell centra la pole position (1.18.403). La prima fila è tutta Williams: Piquet, che ha sofferto di sottosterzo nelle prime sessioni di prove, ottiene comunque il secondo miglior tempo. Alain Prost, staccato di oltre un secondo, parte quarto. La Lotus di Ayrton Senna si inserisce in seconda fila e rovina uno scenario che avrebbe visto i tre rivali per il titolo nelle prime tre posizioni della griglia. Keke Rosberg, campione del mondo nel 1984 vincendo solo una gara e compagno di squadra di Prost in McLaren, resta fiducioso. “Mansell è il favorito per il titolo” dice dopo le qualifiche, “ma ho la netta convinzione che Alain vincerà la gara”.
Il gran premio inizia sotto un cielo grigio, un tempo triste, stonato per un finale di stagione imprevedibile e appassionante come pochi. Mansell parte in testa ma viene superato da Senna e Piquet, che attacca il connazionale, con cui continueranno a odiarsi per tutta la carriera, alla fine del rettilineo Dequettevile. Prima della fine del primo giro, si sono già alternati tre piloti in testa alla corsa.
Dietro, nell’ombra, risalgono le McLaren di Rosberg e Prost che, all’undicesimo giro, è davanti a Mansell. Al giro 23, Rosberg ha preso il largo in prima posizione, Prost supera Piquet che si gira e scivola quarto dietro Mansell. Così, il Leone sarebbe campione del mondo.
Nove giri dopo, Prost rallenta con la gomma anteriore destra danneggiata per una piccola foratura. Deve rientrare ai box, la sosta dura 17 secondi: lunghissima, anche per gli standard dell’epoca. Il francese sa che la sua McLaren consuma meno le gomme rispetto alla Williams. Entrambe usano le Goodyear. I tecnici della casa osservano il degrado registrato sugli pneumatici che Prost ha cambiato, e si accorgono che è inferiore alle attese. Ritengono che le Williams potrebbero finire il gran premio senza cambiare le gomme. Anche se, rispetto alle McLaren, generano più carico.
Per una trentina di giri, non succede niente. Rosberg è primo, senza problemi, davanti a Piquet e Mansell. Prost, quarto, non può far altro che spingere a tutta: nemmeno il secondo posto gli basterebbe per vincere il Mondiale. È il tempo sospeso prima che l’azione cominci davvero. Giro 63, ne mancano 19 all’arrivo. Rosberg sente uno strano rumore e parcheggia subito la McLaren. Teme si sia sotto il motore, invece si è “solo” sfaldata la gomma che batteva contro il telaio. Anche l disco del freno era al limite, e certo non avrebbe voluto scoprirlo al momento della staccata dopo il lungo rettilineo Dequetteville.
Piquet sale in testa, Prost spinge ancora e supera Mansell. Si piazza secondo, ma non basta ancora. Il Leone ha un enorme vantaggio sul quarto, potrebbe fermarsi, cambiare le gomme e rientrare senza perdere posizioni. Ma continua. E un giro dopo lo rimpiangerà. Proprio al Dequetteville, nel tentativo di doppiare la Ligier di Philippe Alliot, la posteriore destra si disintegra mentre viaggia a quasi 300 kmh. “Sono contento di essere ancora integro” commenta Mansell.
La gomma è esplosa per consunzione, non per una foratura: nessun fattore esterno. Piquet è primo, con due secondi di vantaggio su Prost. Patrick Head, a capo della Williams per l’incidente di Frank, ha davanti una scelta non facile. Piquet sarebbe campione del mondo vincendo la gara. Ma non è l’unico aspetto a cui sta pensando, come spiega a Motorsport Magazine. “Dovevamo decidere se richiamare Piquet ai box o lasciarlo in pista e rischiare di passare per stupidi se gli fosse esplosa una gomma. Certo, se avesse finito la gara senza soste ai box e avesse vinto, saremmo stati degli eroi”.
Head si rassegna e richiama Piquet al giro 65. “Sapevo che avrei potuto perdere il Mondiale, ma non mi importava: ero vivo” dichiara il brasiliano che rientra e si mette all’inseguimento di Prost. Negli ultimi quattro giri, il Professore si preoccupa, comincia a rallentare. “L’indicatore della benzina mi diceva che non avevo abbastanza carburante nel serbatoio, per cui non potevo far altro che abbassare il ritmo e sperare che il computer si sbagliasse“.
Si sbagliava. Prost diventa il terzo pilota campione del mondo per due anni di fila dopo Juan Manuel Fangio (1954-57) e sir Jack Brabham (1960), che era presente ad Adelaide a testimoniare il trionfo del Professore.
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