Tradizionalmente il mese di marzo è uno dei più importanti per tracciare il primo bilancio dell’anno in corso nell’industria automotive e mai, nemmeno dopo la recessione del 2008, i numeri sono così drammatici. Il coronavirus sta già avendo un impatto drammatico sul mercato delle auto.
I numeri dicono molto più di qualsiasi altro dato: inevitabilmente. Le immatricolazioni nel Regno Unito sono crollate del 44%, si tratta di un dato molto peggiore di quello della recessione del 2008 e appena inferiore a quello del 1999, forse l’anno peggiore in assoluto per il mercato delle auto in Inghilterra dal dopoguerra in poi. In Spagna le auto nuove immesse sul mercato scendono del 69%, in Francia del 72% ma il dato peggiore è quello che riguarda l’Italia che ha perso addirittura l’85% delle nuove immatricolazioni (dati di uno studio Cox Automotive).
È inevitabile che molto in questo pesi il lockdown, il blocco delle attività produttive del paese che in Italia è stato notevolmente più restrittivo rispetto ad altri paesi vista l’enorme emergenza che si è riscontrata nel nostro paese. Le concessionarie sono quasi tutte chiuse: diventa un problema anche solo fare un tagliando o cambiare le gomme da invernali ad estive che è un must del periodo pasquale.
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Nel frattempo, negli Stati Uniti, le vendite di auto nuove dall’inizio dell’anno nel primo trimestre sono diminuite di circa il 35% mentre nel solo mese di marzo, rispetto allo stesso dato del 2019, i dati del mese sarebbero crollati addirittura del 55%. Il tutto nonostante, come noto gli Stati Uniti non siano mai andati in global lockdown ma abbiano limitato il blocco delle attività solo ad alcune zone geografiche più a rischio.
Nonostante questo le fabbriche statunitensi di automobili, moto e mezzi pesanti americane, a una a una, hanno chiuso le loro catene di montaggio. L’associazione industriale dei produttori di automobili ha fatto sapere che il 93% delle linee di produzione statunitensi dal 26 marzo in poi era offline. Qualcuno ha anche criticato il modo tardivo in cui l’industria automobilistica, che ha un magazzino di invenduto ancora molto ricco, ha reagito alla pandemia. Al momento tutti i grandi marchi automobilistici internazionali hanno sospeso a tempo indeterminato o comunque interrotto la produzione di veicoli. L’ultimo gruppo stato Jaguar-Land Rover, dopo Honda, Nissan, Vauxhall (GM).
Nonostante coronavirus e crisi del mercato, in Germania – uno dei paesi dove la perdita è stata grave ma inferiore – resta aperta la produzione Mercedes dello stabilimento simbolo di Sindelfingen che tuttavia ha lasciato a casa in cassa integrazione l’80% del suo personale riducendo la produttività quasi del 90%.
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