Max Verstappen, figlio d’arte, avrebbe potuto iniziare la sua carriera in Ferrari. Invece fu la Red Bull a investire sul più giovane a gareggiare e trionfare in Formula 1. Scopriamo questa e altre curiosità sull’olandese volante.
Il più giovane a correre, il più giovane a vincere. In Formula 1, il nome Max Verstappen si associa ai primati e alla precocità. Figlio di due piloti di successo, ha gareggiato per la prima volta sui kart a quattro anni e mezzo e non si è più fermato. Ha debuttato in Formula 1 al GP d’Australia del 2015, a 17 anni e 166 giorni. Finché non cambieranno di nuovo regole, il suo primato non si potrà battere perché, dopo il suo esordio, il circus ha imposto il limite minimo di 18 anni per la superlicenza. Andato a punti al secondo GP della carriera, ha conquistato la prima vittoria in Spagna, nel 2016.
Il talento olandese, che però è nato in Belgio a Hasselt, avrebbe potuto iniziare la sua carriera in Ferrari. L’Academy del Cavallino, infatti, organizzò nel gennaio del 2014 una Winter Series di gare di Tatuus Abarth in Florida. Verstappen ne vinse tre su sette, ma alla fine non se ne fece nulla. Così, sul giovane olandese figlio d’arte si mosse, con molta più decisione, la Red Bull.
L’accoglienza che ha ricevuto al suo arrivo in Formula 1 non è certo delle migliori. “È quanto di peggio sia mai capitato a questo sport” ha detto il sempre abrasivo Jacques Villeneuve, come riportava Style, supplemento del Corriere della Sera. “All’età di Verstappen rompevo le scatole per provare la McLaren: mi tennero coi piedi per terra e fu un bene”.
“Il problema della Formula 1” sosteneva Adrian Newey, il progettista della Red Bull, “è che i piloti non vanno più a scuola“.
Verstappen, insieme a Charles Leclerc, è la punta di diamante di quella che viene chiamata “generazione PlayStation”: un gruppo di piloti cresciuti tra aggeggi elettronici e una pletora di pulsanti.
L’olandese dimostra di trovarsi a suo agio anche con i simulatori e le versioni virtuali delle corse. Ha infatti vinto il campionato di gare virtuali ‘Real Racers Never Quit’ organizzato dal Team Redline in cui piloti reali si sono sfidati su versioni virtuali di vetture a ruote coperte.
La Codemasters, la casa che sviluppa il videogame ufficiale della Formula 1, lo vorrebbe coinvolgere nella Virtual GP Series. Ma per ora, ha fatto sapere che preferisce non partecipare. Non è un grande giocatore di F1 2019, ha spiegato. Magari, da qui alla ripresa della stagione, potrebbe avere abbastanza tempo per fare pratica e unirsi a Norris e Leclerc.
Da piccolo, non aveva miti o idoli. In camera, al massimo, la caricatura di papà Jos, unico pilota olandese andato a podio in Formula 1 prima di lui.
A 22 anni, oggi ha quasi tre milioni di fan su Instagram. Resta onesto con se stesso, racconta. Ma si difende dalle accuse di essere una persona arrogante. “Sono solo molto motivato a vincere” spiega. Al Max più giovane consiglierebbe di “non preoccuparsi di quello che dicono gli altri e di non arrendersi” ha detto a marzo al sito della Red Bull.
In un’intervista al sito della Formula 1, ha raccontato la sua passione per le commedie leggere. O meglio, parole sue, “per quei film talmente stupidi che sono divertenti”.
Si diverte anche a guardare la MotoGP, va in moto e in bicicletta. Ma non parlategli di squali o di ragni. Non sono esattamente i suoi migliori amici.
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