Uno studio della AlixPartners ha prospettato degli scenari da incubo per il mercato delle auto: secondo gli analisti il Covid-19 potrebbe determinare un calo nella vendita delle automobili che si aggirerebbe tra le 15 e le 24 milioni di unità in meno.
Le sorti del mercato automobilistico dipendono dalla gestione della pandemia da Covid-19. Ed infatti, qualora l’attuale crisi sistemica non dovesse rientrare in tempi brevi, potrebbe registrarsi un calo nelle vendite che si aggirerebbe tra le 15 e le 24 milioni di unità in meno rispetto all’anno passato. A rendere noti i catastrofici dati è la AlixPartners.
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La AlixPartners ha presentato un quadro per nulla idilliaco di quello che potrebbero essere le conseguenze della pandemia da Covid-19 sul mercato automobilistico. Stando allo studio, gli scenari sarebbero due. Il primo, meno catastrofico, vedrebbe una ripresa del settore al termine del 2020 e l’inizio del 2021. Quello più critico, invece, individuerebbe come termine per la recessione la fine del 2021.
Nel primo caso, riporta la redazione di Quattro Ruote, la Cina registrerebbe un calo delle vendite dell’8-12%, il Nordamerica del 18-23% e l’Europa del 20-25. Nel secondo, invece, il Paese del Dragone potrebbe subire un calo fino al 20%, il Nord America sino al 29% e il Vecchio continente giungere al -30%. Nello specifico, quanto all’Italia il quadro più roseo vede un calo del 27% che si traduce in 450 mila auto in meno rispetto allo scorso anno. Il più catastrofico, invece, vede un flessione del 34% qualora venissero approvati incentivi sugli acquisti ed una contrazione che potrebbe arrivare, riporta Quattro Ruote citando lo studio di AlixPartners, del 43% senza interventi.
Dario Duse, managing director di AlixPartners, ha parlato anche di un terzo scenario, poi non pubblicato perché poco plausibile, considerato l’attuale andamento dell’epidemia: troppo positivo considerato l’evolversi della diffusione del virus.
Stando alle parole di Duse i risultati sono stati ottenuti passando al vaglio la durata del lockdown. Se cessasse entro la fine di aprile, con la riapertura degli stabilimenti nel mese di maggio, potrebbe verificarsi lo scenario meno catastrofico. Se il periodo di chiusura dovesse prolungarsi oltre, purtroppo, si piomberebbe nell’oscura contrazione delle vendite che coinvolgerebbe 24 mila unità.
Una crisi peggiore rispetto a quella del 2008 causata dai mutui subprime negli Stati Uniti. Tra il 2007 ed il 2009, le vendite a livello planetario diminuirono dell’8%, ha aggiunto Dario Duse. L’unico rimedio, per arginare il fenomeno, è che le aziende reagiscano con tempestività.
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