Il costo del petrolio è in picchiata da settimane per via dell’epidemia da Coronavirus. Eppure il prezzo dei carburanti non scende di molto: vi spieghiamo perchè
Il prezzo dei carburanti, in Italia, continua ad essere un mistero per automobilisti e motociclisti. Nei giorni dell’epidemia da Coronavirus, è passata decisamente in secondo piano un’altra notizia che, in altri tempi, avrebbe avuto ben più ampio risalto, ovvero il crollo repentino e continuo del prezzo del petrolio.
Quest’ultimo, per motivi attinenti alla contrazione economica dovuta alla pandemia e ai dissidi interni all’Opec tra Russia e Arabia Saudita, è arrivato a una valutazione compresa tra i 20 e i 30 dollari al barile, un ribasso che non si registrava dal 2016.
A questo punto però la domanda è lecita: se il prezzo del petrolio è ai minimi e la richiesta di carburante da parte degli utenti è altrettanto bassa, perché il prezzo di benzina e gasolio ha subito solo lievi oscillazioni ?
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Prezzo carburanti: benzina e gasolio, un’anomalia tutta italiana
Innanzitutto occorre precisare che i carburanti che oggi paghiamo ai distributori sono stati acquistati dalle compagnie tempo fa e con costi del greggio diversi da quelli attuali. A questa variabile vanno sommati poi altri fattori di natura prettamente fiscale che incidono maggiormente sul costo a carico del consumatore.
Il riferimento va all’annosa questione delle accise ovvero alle imposte fisse sul prezzo che non variano in base alle fluttuazioni del mercato e all’Iva. Accise e Iva, insieme, pesano circa 1 euro sul prezzo finale del carburante mentre la restante rappresenta il guadagno spettante a produttore e distributore.
A questi fattori ne va poi aggiunto un altro scaturito con l’accentuarsi dell’epidemia del Coronavirus ovvero la cosiddetta compartecipazione alle perdite da parte delle compagnie petrolifere che, in un contesto generalizzato di contrazione dei consumi, hanno scaricato di fatto tutti i costi sugli utenti che usufruiscono dei rifornimenti.
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