Per mercoledì 25 marzo è stato indetto dalle associazioni di categoria lo sciopero nazionale dei benzinai, ma il governo non transige: ecco la decisione.
Dalla sera di mercoledì 25 marzo dovrebbe iniziare lo sciopero nazionale dei benzinai invocato a gran voce dalle associazioni di categoria che esprimono tutta la loro insicurezza sul posto di lavoro e del settore. In particolare, i sindacati hanno affermato di non essere più nelle condizioni di garantire sostenibilità economica dei servizi e sicurezza circa la salute dei lavoratori, dato che fino a questo momento hanno operato senza ricevere guanti e mascherine. Quindi, dovrebbero chiudere i distributori di carburante presenti sulle autostrade, compresi i raccordi e le tangenziali, con il rischio che lo stop del servizio si allarghi all’intera rete del nostro Paese. A tal proposito, ieri il Premier Conte si è augurato che i sindacati convengano con le decisioni del governo, il quale ritiene essenziale il servizio dei benzinai.
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Governo e sindacati sono stati per quasi una giornata intera a cercare un accordo sulle attività da ritenere essenziali e dunque destinate a proseguire con la fornitura dei servizi. Tuttavia, non è ancora dato sapere con certezza se lo sciopero dei benzinai avrà luogo a partire da mercoledì sera. Le possibili conseguenze sarebbero non di poco conto. Innanzitutto, lo stop dei distributori di carburanti causerebbe una paralisi dei trasporti necessari al fine di tenere in piedi l’economia dell’Italia. Il Garante degli scioperi ha chiesto di revocare la protesta, ma i sindacati replicano sostenendo che si tratta di un’impossibilità di assicurare il servizio, più che di uno sciopero vero e proprio. Anche Giuseppe Conte chiede il ritiro di queste “minacce” e invita tutti i benzinai a soprassedere, mentre i ministri dei Trasporti e dello Sviluppo economico, De Micheli e Patuanelli, puntano ad un’intesa tra benzinai e concessionari autostradali per garantire i self-service e almeno un’apertura alternata delle stazioni di servizio. Inoltre, molte di quest’ultime non arrivano ai 2 milioni di euro di fatturato e per loro ci sarebbe la sospensione delle scadenze fiscali. Con ciò, i titolari di distributori potrebbero continuare a lavorare senza dover considerare il peso di accise e iva e, per ora, grazie a questo, sembra esserci una possibilità che lo sciopero non si tenga. Tuttavia, è da oltre un mese che i gestori chiedono un intervento per salvare il loro settore, dato che anche le aziende petrolifere si sono totalmente disinteressate sul problema attuale. Infatti, Alessandro Zavelloni, segretario generale della Fegica Cisl (Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini), afferma che manca la liquidità delle micro-imprese coinvolte e che quindi non ci sono risorse per poter acquistare nuovi carburanti, che nel mentre si stanno progressivamente esaurendo. Infine, conclude dicendo come sia assurdo scaricare tutti i problemi sui piccoli gestori della pompa di benzina, quando le concessionarie autostradali e le compagnie petrolifere non vengono intaccate. Ciononostante, il Premier Conte gela tutti: “Qualche aggiustamento si può fare, ma siamo in una fase difficilissima e mi auguro che i sindacati possano convenire sulle scelte del governo”.
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