Stop ai benzinai a partire da domani: la crisi aperta dal coronavirus sta creando molti più danni del previsto
Una crisi che rischia di diventare davvero devastante, quella portata dal coronavirus in tutta Italia. A farne le spese potrebbero essere presto anche i benzinai, che da domani chiuderanno gli impianti e rischiano di tenerli chiusi per un bel po’. Arriva l’ufficialità da una nota diffusa da Faib (Confesercenti), Fegica (Cisl), Figisc/Anisa (Confcommercio). “Non siamo più in grado di assicurare la sostenibilità economica del servizio né il necessario livello di sicurezza sanitaria”, si legge nella nota. Per questo motivo, semplicemente, i distributori di benzina inizieranno a chiudere uno alla volta.
“Correremo il rischio delle rimostranze lanciate da comode poltrone, correremo il rischio di essere impopolari. Ma non abbiamo più la voglia e la forza per spiegare le solari ragioni che ci sostengono”, si legge nella nota dei Sindacati dei benzinai. “Per informazioni chiedete al Governo, ai concessionari autostradali, alle compagnie petrolifere e ai retisti indipendenti”. In sostanza: se nessuna di queste forze in gioco farà la sua parte per i distributori sarà impossibile andare avanti.
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Coronavirus, chiudono i benzinai: le date e i possibili sviluppi
Un rischio che purtroppo sta diventando realtà. A causa del coronavirus chiuderanno anche i benzinai, con una cadenza anche piuttosto serrata. Gli impianti di rifornimento carburanti inizieranno a chiudere da mercoledì notte (per la rete autostradale), poi via via chiuderanno tutti gli altri fra raccordi, tangenziali e viabilità ordinaria. Il problema di fondo è l’assenza di solidarietà che il Governo ha mostrato nei confronti dei distributori di benzina su strada: “In un momento in cui si parla tanto di solidarietà – si legge nella nota – c’è una categoria di oltre 100.000 persone che non avrà alcun sostegno, né di natura economica, né con attrezzatura sanitaria adeguata”.
Il lavoro dei benzinai, si legge nella nota, è stato ridotto mediamente dell’85%, come era logico pensare dal momento che la gente è chiusa in casa. Si rischia di penalizzare un’intera categoria mettendo a rischio la loro professione: “Non siamo eroi, ma nessuno può pensare di trattarci da schiavi. Siamo persone con famiglie da proteggere, non vogliamo venir meno alle nostre responsabilità ma non possiamo pagare solo noi il prezzo di questa crisi”.