Covid-19, i diversi tipi di mascherine: quali sono le differenze tra loro

Esistono differenti tipi di mascherine, alcune in grado di proteggere dal Covid-19 altre no: Claudio Galbiati, presidente della sezione Safety di Assosistema, ha spiegato in cosa si differenziano tra loro.

Mascherine Ffp2
Mascherine Ffp2 (Getty Images)

La carenza di mascherine, ormai divenute introvabili anche per il personale sanitario, ha scatenato la creatività di molti che si sono impegnati nel fai da te, senza comprendere però che le loro “originali” creazioni non hanno alcuna utilità. A ribadire che per essere davvero efficace una mascherina deve rispettare determinate caratteristiche è intervenuto Claudio Galbiati, il presidente della sezione Safety di Assosistema. L’associazione che in Confindustria rappresenta proprio i produttori dei dispositivi di protezione individuale.

Covid-19, i diversi tipi di mascherine: in cosa differiscono tra loro

In questi giorni di “quarantena forzata” c’è chi aspetta le 18 per uscire sul balcone e cantare qualche canzone con il proprio vicinato e chi invece si dedica al fai da te. In ordine a quest’ultima attività il prodotto più confezionato risulta essere la mascherina. Considerata la sua irreperibilità in molti si sono impegnati a ricrearne una con il materiale a disposizione in casa. Carta forno, garze, pellicole trasparenti, sino ad arrivare anche alle coppe dei reggiseni.

Il fai da te delle mascherine, pur facendo trascorrere del tempo a chi è stanco di oziare in casa, non di certo è un’utile attività. A ribadirlo Claudio Galbiati, il presidente della sezione Safety di Assosistema, il quale ha sottolineato che questi dispositivi richiedono determinate caratteristiche per poter essere realmente considerate efficaci. Per tale ragione Galbiati, riporta la redazione di Ansa, si è soffermato su tutte le mascherine presenti in commercio parlando delle loro peculiarità.

In primo luogo ha analizzato quelle realizzate in casa. Per quanto possano avere funzione protettiva, ossia in grado al più di evitare il contagio se indossate da soggetti infetti, non posseggono grande utilità. Non aderendo al volto l’aria passa molto facilmente dai bordi.

Quanto alle mascherine chirurgiche, riporta l’Ansa, Galbiati ha affermato che sono confezionato tramite l’impiego di 2 massimo 3 strati di tessuto non tessuto. Quest’ultimo filtra l’aria in uscita e protegge da schizzi di liquido grossolano emesso come tosse o starnuti.

In rassegna poi le mascherine Ffp2 e Ffp3, quelle ormai divenute irreperibili e destinate al personale sanitario. Galbiati ha affermato che sono realizzate con tre strati di tessuto non tessuto a diversa densità. Lo strato esterno protegge dai droplet più grossolani, quello intermedio filtra, e quello più interno invece funge da filtro per l’umidità del respiro. È quest’ultimo a rendere la mascherina davvero efficace. Stando a quanto riporta la redazione dell’Ansa, Galbiati in merito ha affermato che il filtro ha non solo un effetto meccanico ma anche una carica elettrostatica, che riesce ad attrarre le particelle più piccole di 5 micron.

La differenza tra le Ffp2 e le Ffp3 risiede nella diversa capacità di filtrare le particelle sospese. Le prime filtrano oltre il 92% delle particelle sospese nell’aria, mentre le seconde riescono a filtrare il 98%.

Infine, Galbiati ha parlato, riporta l’Ansa, delle maschere di gomma con filtri intercambiabili. Queste sono efficaci quanto le Ffp2 e le Ffp3.

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Mascherine in stoffa
Mascherine in stoffa (Getty Images)
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