Furti auto, ecco come clonano le chiavi: ne spariscono 300 al giorno. Tra le più gettonate i Suv di un certo valore e le piccole Smart
Una volta quando si pensava al furto delle auto si faceva riferimento al classico scassinatore che, magari munito di piede di porco, rompeva il finestrino per aprire la portiera. Un metodo facile e quanto mai veloce per appropriarsi indebitamente del mezzo, collegando i fili sotto al cruscotto e filando via indisturbati. Anni in cui ancora gli anti furti non erano in voga, o disponibili solo per una limitatissima cerchia di individui. Diciamo un periodo d’oro per i ladri di tutto il mondo, con numeri record ogni anno.
Oggi la situazione, fortunatamente, è leggermente cambiata, rendendo la vita dei ladri più complessa grazie all’uso della tecnologia. Nonostante tutto, secondo una recente ricerca, spariscono ogni giorno circa 300 automobili. Per la precisione nel 2018 i veicoli rubati in Italia sono stati 105.239, cioè 287 al giorno, il 5,2% in più rispetto al 2017, dopo un calo nei 5 anni precedenti.
Molto spesso più che rubare il veicolo i ladri si concentrano sui costosissimi display di intrattenimento che possono valere migliaia di euro e sono più facili da portare via rispetto alla messa in moto.
I così detti “topi d’auto” sono diventati sempre più tecnologici per rimanere al passo con i tempi. Attualmente per far sparire una macchina bastano più o meno 30 secondi. Sta diventando inoltre sempre più complicato ritrovare le vetture indebitamente sottratte. Secondo una statistica di LoJack, azienda leader nel campo degli anti furti hi-tech, solo il 40% della macchine viene restituito al legittimo proprietario. Un dato sicuramente poco incoraggiante.
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Dando uno guardo alle statistiche ufficiali, in Italia le regioni più colpite dai furti sono la Campania, Lazio, Puglia, Lombardia e Sicilia. La crescita più significativa (+14%) si registra in Puglia. Ma dove vanno a finire tutte le macchine rubate? I Paesi europei che “accolgono” la refurtiva sono principalmente, Serbia, Albania e Slovenia. Nel mondo troviamo tra le zone più “ricettive” Africa, Estremo Oriente e Brasile. Lì le auto vengono acquistate come usate oppure smontate, per rivendere tutto al mercato nero dei pezzi di ricambio.
I modelli più colpiti sono senza dubbio i Suv di un certo valore (sopra i 20mila euro), oltre alle piccole Smart. Di questi solo un terzo torna al legittimo proprietario. Entrando nello specifico dei Suv, i più gettonati in base alle marche sono: Nissan Qashqai, Range Rover Sport, Range Rover Evoque, Toyota Rav4 e Kia Sportage. Anche le utilitarie come Fiat 500 e Renault Clio, hanno subito un incremento nell’ultimo periodo, insieme alla sempre verde Volkswagen Golf.
Il metodo utilizzato per aprire le nostre auto oggi è soprattutto uno: il relay attack, ovvero la clonazione del sistema di accensione. Vengono copiate le frequenze delle chiavi elettroniche (avviene anche con alcuni modelli di scooter) su un dispositivo posizionato anche ad alcuni metri di distanza, grazie a dei ripetitori molto potenti. Questo rende più facile paradossalmente il lavoro del ladro e più debole la nostra difesa.
C’è poi chi rompe ancora meccanicamente la serratura per introdursi all’interno dell’auto e collegandosi al “computerino di bordo” per entrare in possesso delle informazioni riservate del transponder. Così facendo ottiene una nuova chiave in grado di aprire la macchina.
Per difenderci da tutto questo dobbiamo affidarci a dei sistemi di anti furto moderni, comunque non del tutto sicuri al 100%, come confermato anche dagli stessi produttori. Ne esistono di 4 tipologie: meccanici (più economici, massimo fino a 100 euro), elettronici (sopra i 100 euro), satelittari (i più in voga, fino a 1000 euro) e a radiofrequenza con associazione alle funzioni telematiche (poco meno di 1000 euro). KeyJack, della LoJack è l’ultimo uscito, un key and card protector che riesce a prevenire la fatidica clonazione. Un vero e proprio scudo delle onde elettromagnetiche che impedisce il passaggio di informazioni. Con questo possiamo perlomeno escludere il metodo di furto sopra descritto. Rimane una piccola percentuale ugualmente, ma è sicuramente molto più bassa rispetto ali altri sistemi.
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