F1, Coronavirus: la Ferrari vola in Australia con misure straordinarie. Il 15 marzo è in programma il primo Gp della stagione 2020 che si disputerà con il pubblico presente
La Ferrari ha l’O.K. per viaggiare in Australia e poter correre il primo Gran Premio della stagione di Formula 1. Gli italiani hanno ottenuto il permesso dal Governo Conte di lasciare il paese, nonostante molti dei membri del team provengano dalla zona rossa emiliano-lombarda. Tra l’altro la provincia di Modena è tra i comuni inseriti nell’area di allerta 1, proprio nel cuore della sede Ferrari. Nonostante il decreto governativo preveda che non ci siano spostamenti in entrata e in uscita da suddetta zona, il team di Maranello ha iniziato il proprio viaggio, scaglionato, per raggiungere Melbourne. L’eccezione è stata fatta rientrare nelle inevitabili esigenze di lavoro, come caso di emergenza. Quindi, la Ferrari è stata in grado di lasciare il paese per recarsi in Australia. Secondo una nota rilasciata da un portavoce della Ferrari quasi tutti i componenti della Scuderia sono già in volo o arrivati in Oceania.
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Il comunicato annuncia quanto segue: “In base alle misure annunciate dal Governo italiano ieri sera, stiamo monitorando e valutando la situazione e siamo in contatto con le autorità competenti e tutte le organizzazioni coinvolte. Per Ferrari, rispetto delle normative governative rappresenta la principale garanzia per rendere sicuri i suoi dipendenti e le loro famiglie, che sono la nostra priorità. Ogni decisione sarà presa sulla base di questo principio. Una gran parte del team è già arrivata a Melbourne e le partenze per i restanti membri del team continuano come previsto, a meno che non riceviamo comunicazioni diversamente“.
D’altra parte, Alpha Tauri, altra squadra con sede in Italia, ha anche l’approvazione per viaggiare verso l’Albert Park. Il team guidato da Franz Tost ha sede a Faenza, dove attualmente non ci sono restrizioni.
Tutti gli italiani che sbarcano in Australia vengono controllati dal personale medico aeroportuale per accertarsi che non presentino sintomi influenzali. Lo stesso trattamento è riservato anche a coloro che provengono da Cina, Corea ed Iran. Misure straordinarie per consentire un regolare svolgimento della gara, con tanto di pubblico sugli spalti. Da quelle parti la psicosi non è ancora arrivata.
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