La Cina vuole rialzarsi. Il Coronavirus ha tagliato a metà le gambe dell’economia del Sol Levante, che ora vuole rialzarsi proprio a partire dalle auto
Ormai due mesi fa una nuova epidemia partiva dalla Cina (precisamente da Wuhan) e si preparava a sconvolgere la vita dei cittadini da ogni parte del mondo. Le difficoltà dovute al Coronavirus sono ancora enormi, e le stiamo vivendo tutti i giorni. Soprattutto in Italia, secondo Paese al mondo per numero di contagi dove sono state applicate misure molto restrittive. La Cina ha subito gravissimi danni anche a livello economico, ma la volontà è quella di ripartire quanto prima. A partire dal settore automobilistico. Wuhan, infatti, è definita la ‘Detroit cinese’, uno dei centri in qui la produzione (non solo di automobili) va per la maggiore. Già dall’11 marzo è fissata la riapertura delle fabbriche.
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Coronavirus, in Cina si riparte per evitare la bancarotta
La scelta del governo cinese di riaprire molte delle principali fabbriche a partire dal prossimo 11 marzo è praticamente obbligata. Secondo quanto emerso da diversi studi, infatti, il Paese viaggia ormai in una crisi senza tempo, che fa ancora più effetto considerando la potenza della Cina fino a soli due mesi fa. Una ricerca effettuata dall’università di Wuhan ha dimostrato come il 97% delle aziende si è fermato a causa del Coronavirus, con danni incredibili. Su oltre 570 aziende intervistate, più del 60% ha dichiarato l’importanza di ripartire quanto prima, per evitare la bancarotta. Crisi anche per il mercato automobilistico cinese, che ha subito un calo alle vendite dell’80%. Alcune aziende hanno aperto già da diverse settimane, dichiarando però un abbassamento nel numero delle produzioni, anche e soprattutto a causa dei problemi logistici con i rifornitori.
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