L’ex-comico Beppe Grillo non ha potuto candidarsi per un ruolo istituzionale con il Movimento 5 Stelle per un reato stradale commesso nel 1981.
Già agli albori del Movimento 5 Stelle, in fase di campagna elettorale, si sentì spesso dire che Beppe Grillo non poteva candidarsi per un ruolo istituzionale a causa di un reato, oltre a quello per diffamazione a mezzo stampa. In particolare, il reato si riferisce all’incidente avvenuto il 7 dicembre 1981, quando Grillo non riuscì a mantenere sotto controllo il suo fuoristrada Chevrolet K5 Blazer, mentre si trovava sulla strada militare che congiungeva Limone Piemonte a Colle di Tenda. L’auto scivolò su un lastrone di ghiaccio e precipitò giù per un burrone di 80 metri. A bordo con l’ex-comico si trovavano quattro amici di Genova con cui stava trascorrendo il weekend dell’Immacolata. Incredibilmente, Grillo si salvò, un uomo riportò soltanto delle ferite, mentre gli altri passeggeri ebbero la peggio. Si trattavano di una coppia e il loro figlio di nove anni per cui non ci fu nulla da fare. L’altra loro figlia, per fortuna, non era a bordo.
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Beppe Grillo, le cause dell’incidente
Come riportato da La Stampa, nell’edizione uscita l’8 ottobre 1982, le cause dell’incidente furono ricondotte all’imperizia di Beppe Grillo. Egli decise di proseguire su un tratto di strada pericoloso segnalato, con a bordo i suoi amici. Nel tragitto incontrò un lastrone di ghiaccio, verso la cui fine la Chevrolet Blazer iniziò a faticare. Il mezzo rimase in bilico per qualche istante, il tempo necessario per cui Grillo riuscì a uscire dall’abitacolo, mentre i suoi amici precipitarono. Secondo il perito che effettuò i rilievi, l’ex-comico avrebbe dovuto far scendere i suoi passeggeri prima di proseguire per quella strada, o quantomeno azionare la trazione integrale.
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Chi erano i passeggeri coinvolti nell’incidente
Il 7 dicembre 1981, Beppe Grillo fu coinvolto in un incidente in Piemonte, in cui morirono tre dei suoi passeggeri, nonché amici, mentre l’altro passeggero, Alberto Mambretti, riportò solamente delle ferite. Le vittime furono i coniugi Renzo Giberti e Rossana Guastapelle ed il loro figlio di 9 anni, Francesco. A salvarsi è l’altra figlia, Cristina Giberti, che rimase a casa di un’amica a vedere un film. Nel 2013, la ragazza rilasciò un’intervista a Vanity Fair, in cui chiedeva un incontro privato per avere delle risposte dal leader del Movimento 5 Stelle. Tali repliche furono disattese e Grillo non ha mai concesso un confronto a Cristina, nonostante l’amicizia che correva tra l’ex-comico genovese e i genitori della donna. Dopo questo episodio, Cristina espresse la volontà di non voler più essere messa all’attenzione pubblica.
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