Coronavirus, la Cina censura la verità: i cittadini si ribellano. Sta mancando la libertà di informazione in questa vicenda e qualcuno ha deciso di sfuggire al controllo di Pechino
Per la categoria Fuori Giri, oggi approfondiamo la questione Coronavirus, in relazione alla censura che il Governo cinese sta applicando. Pechino ha imposto un coprifuoco informativo altamente deleterio sul COVID-19, per non infangare la propria immagine internazionale. Molti cittadini, però, nonostante il pesante controllo hanno deciso di ribellarsi, condividendo la verità su quanto sta accadendo. Un’inchiesta del New York Times, riporta le testimonianze sul web di chi sta affrontando il prima persona l’emergenza. Persone che stanno combattendo per fare chiarezza su questa triste vicenda, ponendo l’attenzione su alcuni aspetti poco chiari.
Il loro slogan, visibile nel video, è: “Vogliamo parlare“.
Voci come queste da parte di cittadini cinesi sono molto rare. Persone disposte a parlare dei tentativi del governo di controllare le notizie sul micidiale Coronavirus. Hanno chiesto di rimanere anonimi, perché ciò che stanno facendo potrebbe mettere a rischio loro e le loro famiglie. Ma queste persone fanno parte di una nuova ondata di cittadini cinesi, che lottano per diffondere il messaggio in un paese che censura aggressivamente le informazioni. Account o messaggi come questi che richiedono la libertà di parola vengono rapidamente cancellati da Internet. O video come questo, che mostrano persone frustrate per la vita sotto quarantena.
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Coronavirus, la Cina censura la verità: i cittadini si ribellano sul web
Ogni giorno i cittadini conservano e ripubblicano le informazioni che il governo non vuole mostrare. Gli esperti affermano che questo tipo di resistenza digitale sta raggiungendo un livello che non avevano mai visto prima. Le reti di social media come YouTube, Facebook e Twitter sono bloccate in Cina. Ma le persone esperte di Internet usano tecniche che consentono loro di ripubblicare contenuti censurati su queste piattaforme, rimanendo sotto il radar delle autorità. Stanno creando un archivio visivo preservando video come questo, mostrando ospedali sopraffatti. E stanno ripubblicando le storie personali delle persone. Alcuni si stanno anche rivolgendo a piattaforme meno conosciute, tra cui GitHub, che è un sito utilizzato principalmente dai programmatori. Un altro tabù che i cittadini cinesi stanno respingendo? Stanno facendo chiamate aperte e diffuse per la libertà di parola. Questi meccanismi stati innescati dalla morte del Dr. Li Wenliang. E’ stato il primo medico ad affrontare l’emergenza, avvisando sui rischi relativi al COVID-19 e subendo la punizione degli alti funzionari. È morto all’inizio di febbraio a causa del Coronavirus. Subito dopo la sua morte, l’hashtag “Voglio la libertà di parola” ha iniziato a fare tendenza su Weibo, un sito di social media cinese. Quindi, è stato rapidamente censurato dal governo. Il Dr. Li è diventato un’icona nella lotta online per la libertà di parola tra censori e cittadini. Quindi, chi sta vincendo? Per ora, i cittadini stanno un passo avanti rispetto alle autorità. Ma una nuova repressione governativa potrebbe mettere alla prova la forza di questa resistenza digitale.
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