I rally in quel periodo, potevano vantare “mostri” da 600 CV che si scatenavano sui percorsi più impervi, dove la sicurezza dei piloti (e anche di molti tifosi a bordo tracciato) era ancora “secondaria”, sicurezza che inevitabilmente decretò il destino di quelle competizioni vissute con il cuore in gola durante ogni gara.
Con la morte del pilota finlandese Toivonen nel Tour de Corse del 1986, il mondo del rally dovette per forza di cose decretare la fine di quel periodo storico dove veramente chi partecipava alle competizioni metteva in discussione non solo la sua bravura, ma anche la sua vita.
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Delta S4 (Lancia)
Lo spirito “animale” di questa meravigliosa Lancia fu l’icona del Gruppo B.
Quando fu prodotta la 037 coupè gli appassionati del WRC capirono subito quale capolavoro di tecnica e potenza la casa italiana aveva realizzato.
Quando l’Audi portò alla ribalta la trazione integrale, gli ingegneri del team Lancia faticarono non poco per riuscire a stargli dietro con la loro trazione posteriore, ma fu per poco tempo…
Gli italiani di default si sa, sono un popolo che difficilmente si impegna se la posta in gioco non è alta, e in questo caso lo fu, bisognava ridare lustro e prestigio ad una casa che rischiava di ritrovarsi ai margini in una competizione che l’aveva sempre vista primeggiare.
La reazione italiana alle auto “integrali” prese il nome di Delta S4 turbo-compressa a trazione integrale.
Un mostro di quasi 600 CV, il finlandese Henri Toivonen vinse subito i primi due eventi a cui questo splendido esemplare prese parte.
Purtroppo, come in molte leggende della storia, il finale fu drammatico…
Tour de Corse 1986, Toivonen perde il controllo della sua S4 e precipita da un dirupo dove trova la morte, questa immane tragedia decretò la fine del Gruppo B, con la FIA che dovette inevitabilmente e giustamente modificare il regolamento per salvaguardare la vita dei piloti, facendo terminare anzitempo la stagione.
L’erede della S4 in casa Lancia fu la Delta integrale, con specifiche del Gruppo A, che ne onorò la memoria diventando la più vincente in tutta la storia dei rally.
Peugeot 205 T16
Non chiamatela piccola !
Quest’auto negli ultima anni di vita del gruppo B divorò letteralmente molti avversari più massicci e pesanti di lei, diventando l’auto di riferimento del WRC di quegli anni.
Il suo esordio nel 1984 fece capire a tutti che la francese era diventata l’auto da battere, vincendo uno Speciale già al debutto, nel Tour de Corse del 1984.
Con piloti del calibro di Kankkunen, Mouton e Vatanen conquistò metà delle gare a cui prese parte, fino alla fine del 1986.
Ford RS 200
La “scalata” al Gruppo B con il suo modello RS1700T a trazione posteriore non fu dei migliori, ma come per la storia della Lancia, dal cilindro la Ford tirò fuori uno dei modelli più iconici del mondo WRC di quegli anni, la RS200 a trazione integrale.
Carrozzeria in fibra di vetro e quasi 400 CV in assetto da corsa, meno potente delle sue rivali, nonostante questo il suo design unico la fece apprezzare da molti appassionati, trovando successo poi nel cross rally.
Audi Quattro
Standing ovation all’auto che cambiò i rally!
Nel 1980 Audi con la sua Quattro debuttò fuori dal Gruppo B, dimostrando a tutto il mondo che la trazione integrale se progettata ad hoc per i rally poteva diventare devastante.
Con la costruzione dei successivi esemplari con specifiche Gruppo B, A1, A2 e la Sport Quattro, Audi creò un mostro senza pari, che con i suoi 591 CV diventò il punto di riferimento nella costruzione dei moderni veicoli da rally.
La caratteristica che riuscì a far innamorare tanti degli appassionati di WRC fu il grande alettone posteriore unito alla “melodia” caratteristica del 5 cilindri Audi quando era spinto al massimo.
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