Attraverso alcuni test effettuati dalle associazioni dei consumatori tedesche è emerso che un motore diesel ben progettato inquinerebbe meno di uno a benzina.
Ricordate il dieselgate, lo scandalo riguardante la falsificazione delle emissioni di auto diesel ad opera del gruppo Volkswagen? Bene, l’emergenza è stata gestita con particolare attenzione dall’Unione Europea la quale, a seguito dei fatti, ha modificato l’assetto normativo in materia affinché i nuovi motori diesel fossero davvero meno inquinanti dei benzina. A confermare che i buoni intenti si sono tradotti in impeccabili risultati concreti ci hanno pensato le associazioni dei consumatori tedesche in collaborazione con l’Adac (l’automobil club tedesco) che attraverso dei test hanno effettivamente constatato che l’azione mirata dell’Ue ha dato i suoi buoni frutti.
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Dieselgate, l’efficace intervento dell’Ue: nuovi motori diesel meno inquinanti dei benzina
Un nuovo modo di condurre i test sui livelli di NOx (la sostanza al centro dello scandalo), questo il primo intervento operato dall’Unione Europea che già dal 2016 ha messo in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per poter effettuare un vero cambiamento sul fronte emissioni. Test non più condotti in laboratorio ma su strada renderebbero maggiormente tangibile la contezza sull’inquinamento pur essendo meno precise, facendo così sorgere l’introduzione di soglie di tolleranza pari al 110% per lo standard Euro 6D-Temp e del 50% per l’Euro 6D. Sforamenti nettamente inferiori ai livelli precedenti che toccavano il 400/500%.
Un “ammodernamento” che non ha confermato i timori di chi sosteneva, riporta Il Sole 24 Ore, che un tale tipo di misura avrebbe portato al tracollo delle industrie automobilistiche, ma anzi. Molte di queste sono riuscite ad adeguarsi in tempi record, non sacrificando la produzione. Stando a quanto riferisce Il Sole 24 Ore, Altroconsumo avrebbe testato le emissioni di CO2 provenienti dai veicoli a diesel post intervento dell’Unione attestando che queste ultime inquinerebbero meno dei benzina. Nel quadro roseo c’è tuttavia una sbavatura, come denunciato dall’organizzazione ambientalista Transport&Environment: vi sarebbero ancora auto che producono emissioni di CO2 con gli standard precedenti, ciò a significare che evidentemente deve essere stato consentito uno smaltimento dei magazzini delle case automobilistiche. in Europa sarebbero, riporta Il Sole 24 Ore, circa 51 milioni in tutta Europa. Si tratta, quindi, di immatricolazioni rese possibile dalle proroghe previste dall’UE in ordine alle auto ormai già prodotte. La prima nazione con la maggior presenza di veicoli Ante Euro 6D sarebbe la Germania, seguita da Francia, Italia e Regno Unito. Il gruppo coinvolto in primis sarebbe Volkswagen, a cui seguono Renault–Nissan e Psa.
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