Una Ferrari Daytona unica è stata trovata in un garage in Giappone e verrà messa all’asta a Maranello: i dettagli
È stata nascosta per più di 40 anni e nemmeno a Maranello sapevano che fine avesse fatto, alcuni non sapevano addirittura esistesse. Stiamo parlando della Ferrari Daytona, l’unica 365 GTB/4 stradale di quel tipo mai costruita. L’hanno trovata in un vecchio garage del Giappone e la verifica dell’esperto Marcel Massini ha confermato la corrispondenza con i registri di fabbrica di motore e del gruppo cambio-differenziale.
La vettura sarà battuta all’asta a Maranello da RM Sotheby’s il prossimo 9 settembre nella più grande asta di sempre targata Ferrari. Il suo valore si attesta sulla cifra di 1 milione e 700 mila euro, ma il prezzo d’acquisto finale potrebbe essere molto più alto. I vari proprietari hanno applicato diverse modifiche estetiche minori, ma la vettura, con 36.390 chilometri, è in ottime condizioni e così verrà presentata lasciando la possibilità di restauro al futuro acquirente.
Ferrari Daytona, storia e caratteristiche
La 365 GTB/4 è l’unica fuoriserie in versione stradale in alluminio della berlinetta. Gli esemplari in totale, dal ’69 al ’73, furono circa 1200 con 5 in alluminio per le corse della 24 Ore.
Essa fu completata nel 1969 ed era dotata di fanali coperti in plexiglas e finestrini elettrici. La carrozzeria di colore rosso faceva da contorno agli interni in pelle nera. Il numero del telaio risulta: 12653. Dovrebbe trattarsi della vettura numero 30 nella sequenza di numerazione delle Daytona, con carrozzeria Scaglietti numero 32.
Alla fine del ’69 poi fu consegnata al concessionario di Bologna che dopo poco tempo la vendette a Luciano Conti, editore di Autoprint. Successivamente, in pochi mesi, passo di mano in mano: prima a Guido Maran e poi a Carlo Ferruzzi. Nel luglio del 1971 venne poi cancellata dalla motorizzazione italiana per essere importata da una concessionaria giapponese. L’auto venne poi pubblicata sulla rivista giapponese Car Graphic nel gennaio dell’anno seguente. Da allora è rimasta in Giappone, precisamente tra Gifu e Nagoya, per poi passare nelle mani di Makoto Takai.
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