Il designer di motori Walter Da Silva ha parlato di quello che sarà il futuro del settore dei motori
Walter De Silva è uno dei più importanti designer italiani di automobili e moto. Alcune delle sue creazioni sono tra le più rilevanti degli ultimi anni nel campo dell’automotive. Il Corriere dello Sport l’ha intervistato per parlare di diversi temi, tra cui il futuro dei motori.
Sullo stato attuale del settore motociclistico: “Il settore motociclistico, nell’attuale enorme trasformazione della mobilità, lo vedo in grande espansione. Negli ultimi anni, dal muoversi in maniera tradizionale, stiamo passando velocemente ad altri sistemi di mobilità. Un fenomeno in cui le due ruote, mezzi agili con i quali ci si sposta in tutta sicurezza, non possono che avere una grande espansione, soprattutto grazie all’arrivo di nuove tecnologie”.
Sullo sviluppo ‘green’ dei motori: “Non possiamo più chiudere gli occhi o farci facili illusioni. Credo che come avviene per le biciclette, anche per le due ruote il motore elettrico prenderà gradatamente piede. Dico gradatamente perché bisognerà, tutti insieme, sia a livello tecnologico che politico, accompagnare quest’evoluzione. Andrà fatta attenzione anche ai diversi problemi che comporta. Come quelli legati al riciclaggio delle batterie o di conversione”.
Sulle moto elettriche: “Io punterei su un linguaggio stilistico totalmente diverso. Dichiarerei, proprio attraverso il disegno: l’ergonomia è l’ergonomia, cioè, un uomo è un uomo, una donna è una donna, però proporrei un gioco diverso, un po’ come fece D’Ascanio con la Vespa. Le moto tradizionali, invece, che rimarranno vive per lo più nella sfera dell’hobbistica e della passione, manterranno un approccio in linea con la loro storia, rifacendosi magari al mondo delle competizioni. Come nell’auto: se io mi compro una hypercar, la voglio con motore a scoppio. Ho una passione indelebile per l’auto di alta performance con motore a scoppio e non ho voglia di cambiare idea, non mi interessa. Non possiamo pensare che tutti considerino l’automobile, o la moto, solo un mezzo per andare da A a B. Non è così”.
Sulle differenza tra mobilità utile e per passione: “Non dobbiamo mai dimenticare da dove veniamo, per capire dove andremo. Il muoversi rapidamente, la velocità, furono una grande conquista del secolo scorso. La democratizzazione che ha dato la mobilità, ha permesso alla gente di muoversi e vedere le cose. È un fatto culturale e in questo fatto culturale rientrano anche i matti come me che sono appassionati del motore a scoppio e della macchina, moto e anche bicicletta prestazionali”.
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