Il futuro del pilota di MotoGP Andrea Iannone, attualmente sospeso per doping, potrebbe essere appeso ai risultati delle controanalisi sul campione B delle urine che si svolgeranno oggi.
Capitolo decisivo quello di oggi per la vicenda Andrea Iannone, il pilota di Moto GP risultato positivo ad un test antidoping (si parla ufficiosamente di drostanolone, uno steroide anabolizzante). Oggi, martedì 7 gennaio, si svolgerà il rituale delle controanalisi sul campione B delle urine del pilota presso il laboratorio Wada di Dresda, in Germania. L’obbiettivo del campione italiano di motociclismo che rischia sino a due anni di squalifica è quello di dimostrare la mancata volontarietà di assumere la sostanza.
Doping, si attendono i risultati delle controanalisi sul campione B delle urine di Andrea Iannone
Si attendono con ansia i risultati delle controanalisi sul campione B delle urine di Andrea Iannone, il pilota italiano che durante lo scorso mese, prima del Gran Premio della Malesia, è risultato positivo ad un test antidoping. Ufficiosamente si parla di una positività al drostanolone, uno steroide anabolizzante utilizzato in campo medico soprattutto per abbassare i livelli di colesterolo e come agente antineoplastico nella terapia contro alcuni tipi di cancro. Le controanalisi, come riporta la redazione de Il Corriere della Sera, dovranno certificare la presenza della sostanza anche nel campione B ed eventualmente dare il via al procedimento disciplinare nei confronti di Iannone da parte della Federazione motociclistica internazionale. All’esame saranno presenti il legale del pilota, l’avvocato Antonio De Rensis ed il perito Alberto Salomone, associato di chimica all’università di Torino. La strategia difensiva del pilota Aprilia, come riporta Il Corriere, è quello di dimostrare la mancata volontarietà dell’assunzione della sostanza puntando su una contaminazione o un evento accidentale, così da ottenere una riduzione della squalifica. Secondo il suo staff medico, Iannone potrebbe aver assunto il drostanolone a causa di una contaminazione alimentare, probabilmente durante il lungo soggiorno nel sud est asiatico prima del Gran premio. Il pilota adesso, riporta Il Corriere della Sera, rischia fino a due anni di squalifica, ma potrebbe ottenere una riduzione della sospensione se dimostrata l’involontarietà dell’assunzione.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> MotoGp, la classifica delle cadute del 2019: ecco il pilota peggiore