” Poiché il progetto originale della Zonda risaliva ai primi anni ’90 si decise di immaginare una vettura completamente nuova nella forma, nella dinamica, nelle dimensioni e tecnologie. Questo senza perdere l’essenza del nostro pensiero, cioè seguire la filosofia rinascimentale di Leonardo da Vinci che vede arte e scienza camminare insieme.
L’eternità dell’elemento aria nelle sue varie espressioni è diventato determinante nella definizione del concetto formale e via via una fonte d’ispirazione in grado di ricevere continui stimoli perché ovunque guardi trovi qualcosa di motivante: gli aerei a turbina, il silenzio di un aliante, l’eleganza nei movimenti di quanto l’aria muove… ma anche la violenza e la forza che essa riesce a sprigionare.”(Horacio Pagani)
Ecco il concetto a cui si è ispirata la piccola casa modenese ma dalle lavorazioni e tecnologie da Nasa, per la realizzazione della sua neo supercar, la Zonda Huayra. Prende il nome da un dio del vento andino “Aymara Huayra Tata”, e come l’elemento aria descritto come “delicato ed etereo eppure capace di erodere i materiali più resistenti” , questa supercar è in grado di racchiudere nei suoi 1.350 Kg, una potenza devastante in termini di prestazioni assolute .
Il ropulsore V12 6.0 litri biturbo “M158” fornito dalla Mercedes AMG da 700 Cv con l’incredibile coppia di 1,000 Nm, sembra poter spingere questo concentrato di tecnologia e stile ad oltre 370 Km/h. Per ottenere questa incredibile velocità massima, inoltre, si è lavorato molto sul carico aerodinamico, ricreando un flusso a bassissima turbolenza sulla parte superiore della vettura per ottenere la massima ottimizzazione dei due flap posteriori regolabili automaticamente e studiati per ottenere la migliore deportanza.
Insomma una macchina costata sette anni di studi, ma sicuramente in grado di assolvere al suo compito di Supercar tra le Supercar.
Redazione