La mossa di Marchionne è comunque coerente con le sue dichiarazioni fatte nel corso delle ultime ore. Con la rappresentazione di una Chrysler dove tutto funziona come un orologio e di una Fiat dove non mancano i problemi: «Chrysler – ha detto ieri – ha superato tutti i target e nel 2011 potrebbe superare i 2 milioni di automobili, siamo molto soddisfatti». Soddisfazione che è stata palese anche dalla scelta di distribuire a tutti i dipendenti Chrysler un bonus come segno di riconoscenza «per i sacrifici sopportati». Ben diverso il giudizio che l´ad ha dato sulla situazione italiana: «Lo stabilimento di Mirafiori è un progetto fondamentale per il progetto di Fabbrica Italia, ma nel Bel Paese si fa troppa politica». Il riferimento è evidentemente alle polemiche che hanno accompagnato gli accordi di Mirafiori e Pomigliano e, in generale, alle critiche che gli atteggiamenti di Marchionne hanno suscitato in Italia negli ultimi mesi. Dunque il trasferimento della sede oltreoceano, che per ora l´ad definisce «una ipotesi», sarebbe motivato non solo da considerazioni di tipo economico ma anche dalle difficoltà di comunicazione e di immagine che l´amministratore delegato sta incontrando in Italia.
Quando potrebbe avvenire il trasloco? Marchionne ha detto che «le scelte sulla governance verranno fatte dopo la fusione» e che quella fusione «non avverrà prima che siano onorati i debiti». Il calendario è presto fatto: entro fine 2011 Fiat potrebbe salire al 35 per cento di Chrysler e conquistare il 51 per cento alla fine di quest´anno o all´inizio del 2012. Poi potrà cominciare la vera e propria operazione di fusione. Così nel 2013-2014 si deciderà quale sarà il luogo in cui si prenderanno le decisioni strategiche, il quartier generale. Ma il 2014 è anche l´anno in cui si concluderà il piano presentato da Marchionne nell´aprile scorso. «Ormai gli annunci importanti Marchionne li fa quando si trova in America, e anche questo è un segnale», commenta Giorgio Airaudo della Fiom addossando «alla politica nazionale e locale la responsabilità di non aver saputo trattenere la Fiat in Italia». Per il responsabile auto della Fim, Giuseppe Farina, è invece «troppo presto per commentare una battuta piena di condizionali».
Con una incertezza in più, Fabbrica Italia prosegue comunque il suo cammino. Ieri la Fiat ha annunciato che il 7 marzo inizieranno gli incontri con i sindacati per decidere le modalità di trasferimento degli attuali dipendenti di Pomigliano nella newco che produrrà la Panda. Agli incontri parteciperà anche la Fiom.
Repubblica.it
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