Confort. Siamo a bordo della versione a sette posti nell’allestimento Style, il più ricco. Le regolazioni del sedile e del volante consentono di trovare la giusta posizione di guida, la plancia ha un’impostazione non troppo ricercata, la strumentazione è ben visibile e i comandi secondari sono disposti qua e là, ma intuitivi e facilmente raggiungibili. Lo spazio a disposizione è notevole.
Piacere di guida. Man mano che passano i chilometri, comprendiamo che la sua filosofia punta al piacere di guida. Alle buone caratteristiche del turbodiesel di 2 litri s’accompagna un apprezzabile comportamento su strada: impostazione delle traiettorie precisa, diretta e facilitata dal limitato rollio. Come prima impressione non sembra aver risentito degli ingombri maggiorati e anche il peso di 1.776 kg è ben supportato dal 2 litri da 140 CV. E così, quando il percorso si fa più tortuoso, a trarne vantaggio è, ovviamente, la guidabilità.
Tra i pregi del 4 cilindri a gasolio vi sono la morbidezza di funzionamento, la silenziosità e, soprattutto, la perfetta sintonia col cambio automatico Dsg a doppia frizione (per il quale bisogna aggiungere 1.900 euro). L’Alhambra, nonostante la sua taglia forte, non perde in agilità di manovra e in velocità di risposta ai comandi; così i disimpegni diventano facili pure quando si deve fare i conti con il traffico cittadino.
Quattroruote.it
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