La Ferrari del futuro studierà l’umore del guidatore: nuovo brevetto della Casa di Maranello

NUOVA TECNOLOGIA FERRARI – La casa di Maranello starebbe sviluppando un sistema che rileva lo stato psicofisico di chi è alla guida e adatta l’auto alla sua condizione.

IL FUTURO È (QUASI) ARRIVATO – La Ferrari starebbe sviluppando una tecnologia che permetterà alle sue prossime sportive di adattarsi allo stato psicofisico del guidatore. A rivelarlo sono tutti i documenti che abbiamo trovato “rovistando” nel registro brevetti depositato dalla Casa di Maranello. Questa nuova tecnologia sarebbe possibile grazie dall’integrazione dei diversi dispositivi elettronici che governano l’auto come Esp, controllo di trazione, regolazione delle sospensioni, taratura di sterzo, risposta dell’acceleratore, con diversi sensori biometrici che hanno il compito di rilevare la condizione fisica ed emotiva di chi siede al volante, e di “accordare” l’auto di conseguenza.

TUTTO SOTTO CONTROLLO – In particolare il brevetto Ferrari parla di “sensori piezoelettrici in grado di misurare la respirazione del guidatore, di un dispositivo per misurare la pressione del sangue e le pulsazioni, di una telecamera per monitorare il battito cigliare per determinare lo stato di allerta del pilota, di un dispositivo per misurare l’attività elettrica del cervello e per rilevare la temperatura e la conduttività della pelle per rilevarne la traspirazione”. Il tutto montato nella cabina, intorno al guidatore. Una centralina elettronica avrà il compito di raccogliere tutti questi dati ed elaborarli.

CI SI SENTE PILOTI – Ovviamente, sul progetto vige il massimo riserbo, ma questo sistema potrebbe rappresentare un’evoluzione del concetto del “manettino”, che comunque dovrebbe rimanere, almeno stando ai disegni depositati: anziché essere il guidatore a scegliere le impostazioni dell’auto, sarà quest’ultima ad adattarsi automaticamente al guidatore. Come viene spiegato in una nota allegata ai documenti del brevetto, secondo la Ferrari “chi è al volante tende a valutare erroneamente – in particolare, a sopravvalutare – la sua abilità alla guida e, ancora di più, il proprio stato psicofisico. Il risultato è che la scelta di impostare una modalità sportiva di guida dell’auto, riflette il desiderio del guidatore anziché il suo effettivo stato psicofisico e la sua abilità”.

SI ADATTA DA SOLA – Avventurandoci nel campo delle ipotesi, possiamo immaginare che l’auto sarà in grado di consigliare il guidatore su quale stile di guida adottare, impostare le sospensioni e il cambio nelle tarature più confortevoli se “vede” che viene adottato uno stile di guida rilassato e, eventualmente, reinserire i sistemi di sicurezza come i controlli di stabilità e trazione, nel caso rilevi che i riflessi del guidatore siano rallentati. In quest’ultimo caso, non è da escludere che possa esserci anche una funzione di prevenzione, che renda impossibile al guidatore ad impostare il “manettino” nelle modalità più estrema, che esclude tutti i controlli elettronici, se viene rilevato uno stato psicofisico non idoneo.

AlVolante.it

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