Da questa intervista, rilasciata in esclusiva a BikeRacing.it, traspare un’umiltà di fondo del pilota spagnolo. Non vuole far proclami rispetto al prossimo anno, vinca il migliore: un’ammissione importante però l’ha fatta, relativamente alla maggiore maturità raggiunta rispetto ai “focosi” anni adolescenziali nei quali, come da sua stessa ammissione, era tutto fuorché umile.
Qual è il lavoro di Yamaha in previsione dell’ulteriore sviluppo da compiere sulla moto? Quali sono i punti su cui di deve puntare maggiormente?
“Yamaha sta lavorando molto sulla potenza del motore, perché nelle ultime gare c’è mancata un po’ di potenza. Inoltre sono all’opera per un nuovo telaio, che permetta di guadagnare a livello di trazione.”
Qualche tempo fa hai affermato che se eventualmente il titolo non dovesse andare a te, preferiresti che finisse a Pedrosa e non a Rossi.
“Non lo dico a livello personale, in quanto non sono davvero ‘amico’ di Pedrosa. Abbiamo una relazione cordiale e di rispetto. Anche con Valentino è così, nonostante qualche frizione ci sia stata quest’anno. Preferirei vincesse Pedrosa tra i due perché è spagnolo come me.”
Quali sono le tue sensazioni da campione MotoGP in carica e come ti stai preparando per la prossima stagione?
“Bene, sono stato molto contento di aver ottenuto questo titolo, il primo della mia carriera in MotoGP. E’ il massimo che si può conseguire, per un pilota. Ora però dobbiamo pensare alla prossima stagione, che sarà molto complicata, perché piloti come Casey e Valentino hanno davanti una nuova sfida, e questo sarà da ulteriore motivazione sia per le case in questione che per i piloti. Inoltre penso che Spies, Simoncelli e Dovizioso staranno vicini a noi quattro.”
Che moto ti aspetti di trovare per i prossimi test?
“Spero una moto più potente. Il resto va bene, è una moto molto equilibrata, abbastanza facile da guidare. Potenza e trazione sono le caratteristiche che mancano un po’.”
Il prossimo anno ti aspetta una sfida nuova, ovvero la difesa del titolo. Negli scorsi anni il tuo percorso è stato focalizzato sul raggiungere l’obiettivo, ora si tratta di mantenerlo…
“Io non guardo indietro, non guardo alla possibilità che mi tolgano il titolo. Perché se qualcuno riesce a vincerlo al posto mio, vuol dire che questo qualcuno è stato più bravo di me. Io provo sempre a migliorare me stesso ed il mio stile di guida. Non guardo indietro e non ho paura di perdere qualcosa, ho la possibilità di migliorare e cerco di sfruttarla.”
Come si fa a mantenere i piedi per terra dopo aver raggiunto il titolo più importante per ogni pilota?
“Io dico sempre questo, ovvero che i piloti generalmente quando raggiungono un traguardo perdono a livello di umiltà. Nel mio caso è stato il contrario, credo di essere molto più umile ora di quando avevo sedici anni. Allora non lo ero affatto, non mi comportavo molto bene con gli altri.”
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