TRE PASSAGGI
La truffa viene messa in piedi in tre passaggi. Anzitutto, la banda dei clonatori ruba una moto o uno scooter; dopodiché, entra nella banca dati della Motorizzazione (grazie a qualche “smanettone” informatico), individua il proprietario di un veicolo a due ruote che sia simile a quello rubato (marca, modello e magari colore). Il passo successivo? Semplice: sulla carta di circolazione del mezzo rubato (anch’essa contraffatta) vengono stampati i dati del proprietario della moto rubata. Idem per il certificato di proprietà e la polizza Rca fasulli. Manca il tocco finale: una targa identica a quella della moto rubata. Che viene applicata sul mezzo rubato.
UN INCUBO
A questo punto, scatta il giochino infernale: infrazioni a ripetizione sul collo del malcapitato guidatore clonato. Gli arriveranno a casa decine di multe. Tutto sta nella rapidità del motociclista vittima della truffa ad agire in fretta, immediatamente dopo aver ricevuto il primo verbale, prima di essere sommerso da una montagna di contravvenzioni.
CHE FARE
Serve subito fare una denuncia a Carabinieri o Polizia e contattare il proprio agente assicuratore. Inviate un fax per possedere la prova di aver dato l’allarme. Occorre dimostrare che, il giorno della violazione, non eravate nel luogo dov’è avvenuta l’infrazione stessa. Per esempio, se abitate a Milano e le violazioni sono avvenute a Napoli, dovrete portare documenti o testimonianze a vostro favore: persone che, nell’orario della violazione, erano in realtà con voi in un’altra città.
Omnimoto.it
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