La lunghezza è quella di una Golf berlina, ma la diversa forma della carrozzeria e l’aumentata altezza del tetto hanno consentito di ottenere un abitacolo più “arioso” e una superiore aliquota di praticità: si può contare su svariati portaoggetti e dietro i sedili anteriori ci sono due comodi tavolinetti ripiegabili. L’abitabilità è ottimale per quattro, mentre l’eventuale quinto passeggero non gode di molto spazio in larghezza e deve fare i conti con il tunnel sul pavimento.
Fra le monovolume la Plus è una delle più indicate per chi non vuole rinunciare al piacere di guida: le sospensioni rigide la rendono molto agile fra le curve, e a richiesta si possono avere i cerchi di 17 pollici (al posto di quelli di 16) abbinati all’assetto ribassato, che elevano ulteriormente la tenuta di strada e la guidabilità. Il rovescio della medaglia è nel comfort: sui fondi sconnessi non mancano i contraccolpi.
Queste caratteristiche dinamiche ben si accordano con la generosa spinta garantita dal 2.0 turbodiesel da 140 CV, che si rivela anche abbastanza silenzioso. Valido il cambio robotizzato DSG a doppia frizione, che può funzionare in automatico oppure con selezione manuale delle marce (ma le “palette” al volante si pagano a parte): oltre a essere fluido e veloce, non penalizza i consumi, buoni in tutte le condizioni d’uso.
La Highline DSG è la versione top di gamma e richiede un esborso cospicuo, ma giustificato dalla costruzione curata e dall’equipaggiamento completo di tutto il necessario per il comfort e per la sicurezza (anche se gli airbag laterali posteriori si pagano a parte). Oltre al “clima” automatico, sono di serie i sensori di distanza anteriori e posteriori, ai quali – per una cifra modesta – si può aggiungere il Park Assist, un sistema che controlla automaticamente lo sterzo durante la manovra in retromarcia necessaria per impegnare un parcheggio in linea.
Il sistema di Park Assist è un optional che non costa molto e risparmia la fatica di girare lo sterzo si parcheggia parallelamente al marciapiede, ma richiede uno spazio di circa un metro e mezzo oltre alla lunghezza della vettura: a un bravo guidatore ne basta meno, anche perché la carrozzeria non è troppo ingombrante e si può contare pure sui sensori di distanza anteriori e posteriori di serie. Lo sterzo non è dei più leggeri, ma con il cambio DSG (non corredato del pedale della frizione) la guida nel traffico non è affatto affaticante. L’unico neo è rappresentato dalle sospensioni sportive, che sulle buche mettono a dura prova la schiena degli occupanti.
Soprattutto se si acquistano i cerchi di 17 pollici abbinati all’assetto ribassato, fra le curve c’è davvero da divertirsi: la tenuta di strada è elevata e lo sterzo offre un’ottima precisione. Anche l’Esp è tarato per non togliere piacere alla guida, dal momento che i suoi interventi sono tempestivi ma misurati. Alla buona vivacità del motore si accompagna l’efficienza del cambio robotizzato a doppia frizione, rapido nel funzionamento sia quando lo si lascia lavorare in automatico, sia – soprattutto – se impiegato in modalità sequenziale. Bene i consumi: fuori città si percorrono oltre 18 km/l.
I sedili in pelle, optional, traspirano peggio di quelli standard rivestiti in stoffa, vanificando in parte l’ottimo lavoro del climatizzatore a due zone. In ogni caso le sedute si rivelano comode anche nelle lunghe percorrenze, nonostante l’imbottitura molto “solida” possa far supporre il contrario. A 130 all’ora il turbodiesel lavora a un regime contenuto, e ciò va a tutto vantaggio dei consumi (si sfiorano i 16 km/l) e della silenziosità di marcia. Peccato, però, che l’abitacolo sia poco isolato dal rumore di rotolamento delle gomme, che si avverte parecchio. Viaggiando sotto il solleone i cristalli posteriori scuri fanno comodo, ma si pagano a parte.
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