MOTO NOVITà 2011 – Suzuki gsr 750. La Casa di Hamamatsu ha deciso di scendere nell’arena delle moto naked con cilindrata compresa tra 750 e 800, che si è affollato viepiù in questi ultimi anni di crisi del settore. La nuova Suzuki GSR750, che si affianca alla GSR600, dovrà confrontarsi con la regina del segmento – la Kawasaki Z750 (ora presente anche in versione “R”) –, ma anche con la Triumph Street Triple, la BMW F800R, il Ducati Monster 796, l’Aprilia Shiver, e la Yamaha FZ8. Il segmento è dunque affollato, ma la nuova nata Suzuki mostra molte caratteristiche interessanti, a partire dalla linea, netta e decisa, che riprende i gusti attuali dei motociclisti.
Il “cuore” della GSR750 vanta nobili origini: il quattro cilindri è infatti derivato da quello che spinge la sportiva di mezzo di Suzuki, la GSX-R750, addolcito nell’erogazione e nella potenza, per essere più godibile ai bassi e medi regimi, i più importanti e utilizzati per una moto naked; la potenza massima è comunque sempre molto interessante, considerati il peso di 211 kg a secco: 106 cavalli, la stessa delle “colleghe” Kawasaki e Yamaha.
L’obiettivo degli ingegneri giapponesi è stato rendere la GSR750 reattiva e con una marcata identità: le modifiche sono state incentrate sui profili degli alberi a camme e su una revisione del disegno dei condotti di aspirazione e scarico, per migliorare l’efficienza termica, e di conseguenza la risposta del motore ai bassi e medi regimi. A contenere l’esuberanza del 4 cilindri è un telaio tubolare in acciaio (sulla 600 è in alluminio), con sezione a D nella parte anteriore e circolare in quella posteriore.
L’interasse di 1.450 mm con un angolo di inclinazione del cannotto di sterzo di 25°15′ e un’avancorsa di 102 mm fanno presagire una guida molto divertente e fluida. Il telaio, di colore nero, è stretto nella sezione intermedia (dove confinano sella e serbatoio) per consentire a piloti di ogni taglia di appoggiare entrambi i piedi a terra (la sella è alta 810 mm).
All’anteriore, la forcella a steli rovesciati KYB ha steli da 41 mm e foderi anodizzati di colore dorato: consente la regolazione del precarico dall’esterno; dietro, il forcellone in acciaio nero con sezione rettangolare monta un monoammortizzatore KYB, che opera mediante un leveraggio progressivo. Il precarico della molla dell’ammortizzare è regolabile in sette posizioni. Per chiudere il capitolo ciclistica, segnaliamo i due dischi anteriori flottanti da 310 mm, con pinze idrauliche a due pistoncini Tokico, e il posteriore da 240 mm e pinza a pistoncino singolo Nissin. Vedremo la GSR750 in primavera (ci sarà anche una versione con ABS), rossa, nera o bianca, a un prezzo che dovrebbe aggirarsi intorno ai 7.500 euro.
IlSole24Ore