Azzeccata e modaiola crossover, offre la praticità di una suv ma in fatto di eleganza non ha nulla da invidiare a una berlina, tanto meno dopo il recente restyling: ora ha un nuovo frontale con fari più sottili e una mascherina a nido d’ape dall’aspetto sportivo. Costruita in Europa (anche se porta un marchio giapponese), è stata rivista anche negli interni, dove troviamo una nuova strumentazione e finiture migliorate.
La +2 è la versione lunga (454 cm in totale), e rispetto a quella standard (che, invece, misura 433 cm) offre una maggiore abitabilità soprattutto per chi sta dietro; in caso di necessità, inoltre, permette di viaggiare in sette grazie a due sedili in terza fila: sono sufficientemente comodi anche per due adulti e, quando non utilizzati, si ripiegano nel fondo del baule. Di quest’ultimo, con l’abitacolo configurato per cinque posti, si apprezza la buona capienza, però la soglia a 76 cm dal suolo non è il massimo della praticità.
Per risparmiare c’è anche la versione con due ruote motrici, ma la 4×4 in prova è più versatile perché, oltre a essere valida su asfalto, può affrontare senza problemi fango e neve. Per inserire la trazione integrale c’è una manopola nel tunnel: la ripartizione della coppia fra i due assi è automatica grazie alla frizione Haldex, ma può essere bloccata al 50% nelle situazioni più impegnative. Priva di marce ridotte, la Nissan Qashqai+2 non è una vera fuoristrada, ma i 20 cm di altezza minima da terra, sui fondi accidentati, aiutano.
La 2.0 dCi Tekna è quella con l’allestimento più ricco fra i quattro disponibili. Spinta da un corposo turbodiesel da 150 CV (che, però, è ancora omologato Euro 4), vanta una dotazione completa sotto tutti gli aspetti: sono di serie anche i fari allo xeno, i sedili in pelle e il tetto in vetro. Volendo, si possono aggiungere il navigatore e il cambio automatico-sequenziale a sei marce. Se, invece, si cerca il massimo risparmio c’è la Visia, ma fa rinunciare anche al “clima” automatico bizona, alla chiave elettronica e ai cerchi in lega.
Plancia e comandi
Al confronto con la versione precedente risultano migliorati alcuni elementi dell’abitacolo, come la consolle (che ora reca alla base un piccolo ripostiglio) e il cruscotto, più raffinato e completo: il display fra i due strumenti analogici indica anche se le portiere sono aperte. A portata di mano nel tunnel ci sono la manopola per inserire la trazione integrale e i tasti per il riscaldamento elettrico dei sedili (di serie come il raffinato impianto audio Bose); risultano, invece, poco intuitivi da usare i molti comandi del “clima” bizona, e addirittura quasi nascosti quelli per regolare i retrovisori e il bottone per disattivare l’Esp. Lo schermo del navigatore serve anche per la telecamera di retromarcia (i due optional sono offerti in pacchetto), ma misura solo 5” ed è collocato troppo in basso.
Abitabilità
Le poltrone in pelle (di serie) non sono ampie, ma risultano comode anche se la regolazione dello schienale, a scatti, non è il massimo della precisione. Accogliente il divano, appena rialzato al centro ma largo abbastanza per starci in tre (sebbene chi siede al centro si trovi il tunnel fra i piedi); i posti laterali offrono pure la possibilità di regolare gli schienali. Il fatto che la fila centrale può scorrere longitudinalmente di 24 cm consente di sfruttare al meglio anche le due poltroncine nel baule: hanno la seduta corta, ma non sono scomode. Utile il portaoggetti nascosto nel bracciolo scorrevole, dal momento che il cassetto di fronte al passeggero non è molto ampio (pur essendo climatizzato).
Bagagliaio
Con la terza fila di sedili in uso resta comunque un po’ di spazio per i bagagli, e se si viaggia in cinque la capacità è nella media della categoria, anche se il divano è tutto arretrato. Peccato che la soglia sia piuttosto distante da terra (76 cm) e larga solo inferiormente: caricare gli oggetti pesanti e voluminosi è impegnativo. L’altezza utile interna è di soli 42 cm, ma in compenso il tendalino è facile da togliere e sotto il piano di carico c’è un alloggiamento dove riporlo. Positivo anche il fatto che abbattendo il divano non si formino gradini sul pavimento.
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