OBAMA VISITA CHRYSLER DI MARCHIONNE – Lo scorso 30 luglio, quando Barack Obama aveva visitato lo stabilimento Jefferson North di Chrysler a Detroit, l’incontro tra il presidente americano e Sergio Marchionne si era concluso con un trionfo. “Sta facendo un grand lavoro”, aveva detto Obama, “il coraggio del presidente ci ha salvato” aveva risposto l’amministratore delegato di Chrysler e Fiat. Oggi a Kokomo, in Indiana, va di scena la seconda puntata dell’idillio iniziato circa quattro mesi fa: Obama, accompagnato dal vicepresidente Joe Biden, visiterà lo stabilimento Indiana Transmission Plant II, ennesima tapa del cosiddetto “Main Street Tour”, la serie di incontri del presidente americano con i rappresentanti delle imprese americane. Durante la visita della fabbrica, Obama saluterà i dipendenti e parlerà brevemente, come dovrebbe fare anche Biden, mentre non è previsto un intervento pubblico di Marchionne.
Il presidente americano era già stato a Kokomo nell’aprile 2008 (quando era nel pieno della campagna elettorale per la presidenza): la 13esima città dello stato con circa 50.000 abitanti ha pagato a caro prezzo lo scotto della crisi, con una serie di licenziamenti a catena e un tasso di disoccupazione schizzato nel 2009 al 20% portandole la drammatica etichetta di “città americana che sta morendo più velocemente”.
Ora la situazione è migliorata e il tasso di disoccupazione è sceso al 12% a settembre 2010, anche grazie agli investimenti del Recovery Act (uno dei programmi previsti dal piano di stimoli all’economia da 787 miliardi di dollari voluto da Obama; alla città sono andati complessivamente 400 milioni di dollari) e al piano di salvataggio per il settore auto (Chrysler Group ha invstito 343 milioni di dollari per modernizzare lo stablimento di Kokomo, salvando in questo modo oltre 1.000 posti di lavoro nella città; secondo il Kokomo Tribune, Chrysler ha di recente richiamato 400 dipendenti in precedenza lasciati a casa).
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