CATENE DA NEVE – Neve e automobili suscitano ricordi di persone inginocchiate al freddo, con le braccia bagnate fino ai gomiti, ferme con l’auto ai bordi della strada a montare le catene, un’immagine fortunatamente da dimenticare, visto che oggi anche nel settore catene da neve l’industria ha evoluto radicalmente i modelli.
Visitando lo stabilimento Koenig di Molteno (LC), infatti, 15.000 metri coperti dove si producono quasi due milioni di metri di catena l’anno destinate ai mercati di tutto il mondo, si apprendono le differenze tra le catene per macchine operatrici come gli sgombraneve – sono quelle complicate da mettere, a rombi e con maglie “tostissime”, e dal peso di un centinaio di chili ciascuna – e quelle per auto, che oggi puntano alla facilità di montaggio in una costruzione a maglie rsistenti quanto sottili, per entrare nei passaruota delle sempre più numerose auto dove la carta di circolazione specifica che non sono “catenabili”.
Ci sono catene con maglie di sezione diversa, da 7 a 12 millimetri, dove le più sottili sono indicate per le auto sportive. Fondamentale, inoltre, preoccuparsi della facilità di installazione, legata al tipo tradizionale, con cavo interno alla ruota, che dopo il montaggio ha bisogno di una seconda fermata per ritensionare la catena, ma oggi superata dalle autotensionanti che, una volta montati, si autoregistrano grazie a molle ed elastici.
Circolando con frequenza su strade innevate però la prima precauzione da prendere è montare un treno di pneumatici “winter“, quelli termici che hanno nel battistrada lamelle in grado orientarsi diversamente in funzione della temperatura esterna. Con le “winter” l’aderenza sull’asfalto migliora già con temperature esterne inferiori ai 7 gradi, ma sono un fattore di maggior sicurezza anche sulle strade bagnate dalla pioggia.
A cosa servono dunque le catene nel terzo millennio? Si rivolgono in particolare a tre tipologie di utenti: coloro che ne fanno un uso professionale (enti proprietari di strade, sgombero piste negli aeroporti, ma anche agricoltura su fondi difficili perché le catene possono essere un aiuto valido per superare fango e pietre, proteggendo pneumatici da trattore, costosissimi), quanti si trovino a circolare spesso in montagna, e il loro opposto, cioè chi in montagna non ci va praticamente mai.
Può accadere, infatti, che uno strato più alto di neve sul terreno obblighi a montare le catene anche con gli pneumatici invernali (ad esempio per uscire dalla rampa del garage), quindi le catene a bordo sono un fattore di sicurezza in più, mentre per quanti le neve non la vedono mai e montano solo gomme “normali” la scatola con le catene nel bagagliaio è un’ancora di salvezza per le situazioni di improvvisa emergenza, che si possono creare per precipitazioni non previste come per affrontare in sicurezza – e nel rispetto del Codice della Strada – un viaggio più lungo del solito. In autostrade montane, tra le quali figurano anche tratti della A12, Livorno-Genova, infatti, vige l’obbligo di catene a bordo dal 30 novembre al primo di aprile.
Per quanti abbiano poca voglia di montare le catene poi l’industria ha creato i “ragni”, come il modello K-Summit di Koenig, che si poggia sulla ruota e poi si autoinstalla in marcia.
Assodato che questi strumenti antineve non sono un capriccio da maniaci dell’auto, ma uno strumento di sicurezza, è ncessario osservare alcune regole di base, che vanno dal modo acquistarle alle precauzioni per montarle. Nell’acquisto è importante conoscere le misure degli pneumatici della propria auto, in genere le catene soddisfano più di una misura, ma è scritto sulla confezione, un fenomeno oggi accentuato dai ragni come le K-Summit, che con 13 misure diverse possono essere montate su 450 misure diverse di pneumatico. Certo, in questo caso si devono fare i conti anche con il listino, che arriva fino a 300 euro più IVA nei modelli più grandi, mentre le catene semplici sono al di sotto dei 100 euro. Solo i falsi costano meno…
Catene come le borse di Louis Vuitton dunque? Il paragone è più calzante di quanto potrebbe sembrare, i falsi sono sempre presenti, come per i cerchi in lega, dal mercato cinese arrivano prodotti apparentemente simili e altrettanto validi, ma con caratteristiche costruttive ben diverse, realizzati con acciai che non sopportano usure e sollecitazioni dovute alla marcia delle auto su strade innevate. Risparmiare è piacevole, ma potrebbe dunque essere controproducente per il rischio di trovarsi in mezzo alla neve con una catena spezzata e inutilizzabile.
Secondo il codice della strada italiano (ed anche per la legge di diversi paesi europei), inoltre, è richiesto che le catene da neve siano omologate. Ciò significa – in termini pratici – che le catene da neve devono riportare sulla confezione i simboli CUNA e Ö-Norm 5117 e che gli stessi simboli devono essere anche riportati in modo indelebile sulla catena stessa.
Ultimo, ma non meno importante, il fattore montaggio. Capita fin troppo spesso di vedere i turisti-sciatori che arrivano alla base degli impianti con le catene montate… sulle ruote sbagliate. Se non si montano sulle ruote motrici però l’effetto catena è nullo. Raggiungere il piazzale del parcheggio sotto la funiva diventa merito esclusivo degli pneumatici. E, anche se può sembrare ridicolo, prima di affrontare un viaggio, sarebbe opprtuno provare a montare le catene in garage, in un ambiente “non ostile”, per non trovarsi in difficoltà quando ci si trova a montarle in strada e al gelo.
Per quanti hanno un SUV, o comunque un’auto a 4 ruote motrici, infine, l’ideale sarebbe di montare le catene su tutte e quattro le ruote. Con una sola coppia di catene meglio seguire le istruzioni del libretto uso e manutenzione presente sull’auto per scegliere l’asse giusto. In caso di assenza di istruzioni per un 4×4 è bene preferire l’asse anteriore, in modo da mantenere efficiente la direzionalità.
Repubblica.it