“Alfa Romeo non è in vendita” – ha detto l’amministratore delegato – ma certo “se mi offrissero un assegno da 20 miliardi mi siederei al tavolo, ci penserei”.
“Non ho mai detto che avremmo fuso” Fiat e Chrysler, ha precisato Marchionne. L’initial public offering (Ipo) di General Motors “ci incoraggia, mi fa solo sentire meglio”. Ha detto il numero uno di Chysler, ribadendo che l’azienda pensa all’Ipo nel 2011.
“Fiat ha risposto alla Consob e abbiamo detto che l’elenco di tutte quelle alternative sono cose tutte tecnicamente possibili, sono cose strategicamente ottenibili dalla Fiat ma non abbiamo deciso nulla. E’ inutile che ci preoccupiamo se la Fiat vende”. Afferma l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler rispondendo a chi gli chiedeva un commento sul report di Morgan Stanley, che, spiega Marchionne, “fa il suo lavoro, che è quello di analizzare le alternative e cercare di forzarle come la stampa italiana fa con Fiat”. “Non ho mai detto che avremmo fuso” Fiat e Chrysler: “é una delle possibilità, così come è una delle possibilità quella di monetizzare una parte della Ferrari ma anche una parte della Magneti Marelli. Sono tutte cose possibili ma non abbiamo deciso niente”, ha concluso.
“Abbiamo una crisi che è possibile? O ce l’abbiamo non ce l’abbiamo. Una possibile crisi di governo? E’ questo il problema. Non è un bel modo per gestire il paese. La mancanza di chiarezza è quello che innervosisce il mondo intero. Le persone serie queste cose non le fanno”. Lo ha affermato Marchionne, sottolineando che l’instabilita “non aiuta”.
“Noi abbiamo bisogno di stabilità per fare le cose. L’instabilità non aiuta né a livello di clientela né a livello di gestione industriale del paese. Abbiamo bisogno di certezze”, ha aggiunto Marchionne osservando che “l’instabilità politica in Europa non aiuta. Non è un problema solo italiano è europeo. E’ una situazione non facile che va impattare anche sull’atteggiamento dei consumatori e dei clienti – osserva -. Si è visto benissimo l’impatto sul livello occupazionale in Italia. A Mirafiori e in altri impianti ho sempre detto che avremmo adeguato la produzione alla domanda. C’é un problema di sovracapacità. Nessun produttore europeo sta guadagnando soldi”. “Il mercato dell’auto italiano sta uscendo da un periodo di incentivi: l’avevo detto dall’inizio dell’anno e non mi sorprende. Il mercato sta cercando di ritrovare l’equilibrio. L’aver drogato il mercato per 24 mesi e poi aver staccato la spina, fa tornare tutto alla normalità anche se – aggiunge Marcchionne – ci vorrà del tempo: ci saranno 12 mesi di inferno. Fino a marzo ci siamo portati dietro i buoni risultati del 2009, poi è finita la cuccagna: adesso ci facciamo 9 mesi del 2010 e i primi 3 del 2011 d’inferno e l’instabilità non aiuta”.
MARCHIONNE A LOS ANGELES – Sergio Marchionne è a Los Angeles dove si apre il Salone con il debutto della 500 americana, che segna il ritorno del Lingotto negli Stati Uniti dopo 27 anni, ma dal mercato europeo dell’auto continuano ad arrivare indicazioni negative: le vendite del gruppo Fiat sono in calo del 32,7% e la quota è scesa al 6,9%. Dati pesanti che portano una nuova ondata di cassa integrazione negli stabilimenti automobilistici. Lo stop lungo quasi un mese è stato già annunciato a Mirafiori e a Termini Imerese, ma è presumibile che, visto l’andamento delle vendite, i lavoratori di tutte le fabbriche del Lingotto restino a casa per un periodo più lungo di quello delle festività natalizie.
“Si sta per concludere un anno all’insegna della cassa integrazione”, osserva il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, mentre la Fim insiste sulla necessità di avviare subito il confronto sugli stabilimenti. Per Giorgio Airaudo, responsbaile Auto della Fiom nazionale, “servirebbe un governo e una classe politica capaci di evitare che sia compromesso il futuro dell’impresa in Italia e in Europa, rendendo vani i sacrifici dei lavoratori con la cassa integrazione”. Nel comunicato alla Consob il Lingotto fa riferimento all’incontro con gli analisti di venerdì scorso da cui sono trapelati i rumors sulle cessioni e su Ferrari in Borsa. “E’ stata uno delle usuali riunioni – spiega – fra il management della società e rappresentanti della comunità finanziaria. Nell’occasione sono stati illustrati gli obiettivi strategici di Fiat Industrial e di Fiat dopo la programmata scissione”. La Fiat rileva che le conclusioni tratte dagli analisti sono diverse e le considerazioni fatte da Morgan Stanley “riflettono le sue personali deduzioni circa le possibili future strategie dei due gruppi dopo la scissione, soprattutto per quanto riguarda future ed ipotetiche operazioni straordinarie”.
Ansa
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