MotoGP, intervista a Jorge Lorenzo

INTERVISTA A JORGE LORENZO – Il pilota dell’anno. Il fresco campione del mondiale MotoGP Jorge Lorenzo ha vissuto quest’anno un momento di grazia che gli ha permesso di ottenere il primo titolo della categoria, a suon di vittorie e di prestazioni maiuscole. Con superiorità in pista, ma anche a livello mentale sugli avversari, “Porfuera” è apparso a tutti gli effetti come l’unico pilota in circolazione a poter battere l’ex compagno di squadra nel team Fiat Yamaha, Valentino Rossi, a tutti i livelli, dove tanti altri in passato hanno fallito, oppure vinto a metà. Con la dipartita del numero 46 direzione Ducati, il 2011 può rappresentare per il pilota maiorchino l’anno della consacrazione, in una stagione che a mesi dalla sua ufficiale partenza, già riscalda i cuori degli appassionati di questo sport.

Puoi descriverci le tue sensazioni nel momento hai realizzato di essere ufficialmente campione?

“Non ho sentito niente, nessuna sensazione. Ho realizzato dopo, nel momento in cui ho passato la bandiera a scacchi non ho sentito quasi niente, perché era tanta la concentrazione messa nei quarantacinque minuti di gara. Ho immaginato tanto quel momento e quando è successo ho pensato ‘è solo questo?’, ma dopo che son passate le ore, sono diventato più cosciente di ciò che avevo raggiunto, sicché ho cominciato a esultare molto di più, e la festa di domenica sera è stata incredibile, molto divertente.”

Ora invece, come ti senti?

“Tranquillo e contento di aver vinto.”

Quest’anno hai sottolineato il fattore mentale, dichiarando più volte che eri concentrato, che dovevi esserlo etc. Cosa hai fatto per compiere questo cambiamento? Hai avuto qualcuno di esterno che ti ha aiutato e seguito?

“Non ho cambiato quasi nulla. Le persone sono le stesse che nelle due stagioni precedenti. Da quando ho cambiato manager, sono cambiate un paio di persone. Quindi sono più o meno le stesse, l’unica cosa è che conosco di più la categoria, la moto, gli pneumatici, e questo mi ha fatto rendere di più e in modo più costante.”

Quando è stato il momento in cui hai capito che potevi farcela ad ottenere il titolo?

L’anno scorso sono arrivato vicino ad essere campione, la verità è che Valentino se l’è meritato, aveva più esperienza e conosceva da un anno in più le Bridgestone. Ed è caduto meno di me, e quindi alla fine lui ha vinto e io ho concluso da secondo.  Quest’anno è cominciato bene: secondo in Qatar, primo a Jerez ed a Le Mans. Avevo un vantaggio di quattordici punti, e questo ha fatto sì che Valentino arrivasse al Mugello con l’unico obiettivo di vincere. Questa pressione gli ha fatto compiere un errore, e questo ha fatto la sua lezione. Da lì in poi è stato più semplice, rispetto ad una situazione nella quale lui fosse stato in pista.”

Il tuo rivale in passato è stato famoso per “demolire” gli avversari psicologicamente. Con te questo è sembrato funzionare meno, quest’anno addirittura non funzionare proprio. Come hai fatto a non farti condizionare, o farti condizionare il meno possibile?

“Io penso che la chiave di questo aspetto è che mai ho prestato attenzione ai miei rivali, ovvero a (Casey) Stoner, Dani (Pedrosa) e specialmente a Valentino (Rossi), non perché non tengo rispetto a loro, sono bravissimi piloti e tutti campioni del mondo. Il mio obiettivo è di migliorare le mie performance ed il mio rendimento, sulla pista e sopra la moto. Se tutto ciò migliora in maniera importante, allora posso diventare campione. Altrimenti se non miglioro, uno di questi tre citati sarà campione e andrà più forte di me.”

Come sarà il rapporto con il tuo nuovo compagno di team? Ci sarà da ridiscutere la questione del muro che ha diviso i due piloti in queste stagioni?

“La stampa ha creato una montagna da un tema che ritengo sia poco importante. Il muro è sì stato creato, ma per esempio nel team Tech 3, quello di Colin (Edwards) e Ben (Spies), quest’anno c’è stato un muretto, non copre tutta la superficie del box ma quasi. E’ un muro più piccolo, ma pur sempre un muro. Io credo dunque che questo tipo di muretto sarà utilizzato nel team ufficiale il prossimo anno. Per la mia visione non serve a niente, ma Lin Jarvis vuole mantenerlo perché sostiene che in questo modo lo staff si concentra meglio sul lavoro.”

I cambiamenti per la prossima stagione a livello di piloti sono evidenti ed importanti: Valentino Rossi in Ducati, quindi su una nuova moto e con una nuova squadra, stessa cosa vale per Casey. Chi pensi potrà essere il più ostico rivale per il prossimo anno?

“Magari come dici tu, non ce ne sarà solo uno ma molti di più. Ci saranno Valentino (Rossi), Casey (Stoner) e Dani (Pedrosa), ma anche Ben (Spies) ed Andrea (Dovizioso), ci saranno diversi candidati e questo è molto meglio per il pubblico, perché potranno vedere delle gare più combattute.”

Cosa pensi della scelta di tornare dal 2012 a moto con cilindrata 1000cc?

“Forse non è stata la scelta migliore fatta da Dorna, con il cambiamento dalle 1000cc alle 800cc, perché alla fine si è tornati indietro alle 1000cc. E’ stato un cambiamento un po’ inutile, ma è stato un piccolo errore che serve per imparare. Non penso che cambierà molto il livello del pilota dalle 800 alle 1000, ci saranno gli stessi favoriti.”

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