Incidenti mortali su moto: 50% delle vittime in città

INCIDENTI MOTO – Una leggenda metropolitana, diffusa ad arte da chi non sopporta le moto, vuole che il motociclista sia un 18enne imprudente, il quale usa il mezzo nei weekend per provare il brivido delle curve fuori città, tirando al massimo il veicolo. Poi si leggono le statistiche della Fondazione Ania (onlus delle Assicurazioni), e quel “mito” così sciocco si sgretola. Secondo lo studio (sul periodo 2005-2008), quasi 1.400 morti in un anno, il 90% uomini; la fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 44 anni (e non i 18enne né i 20enni). Ma soprattutto, oltre il 50% delle vittime ha perso la vita in area urbana.

OCCHIO ALLA MEDIA
E non ci sono solo l’età e il luogo dell’incidente a dare una foto ben precisa della sinistrosità delle moto e degli scooter (nonché dei cinquantini); conta anche la media. È vero: ogni sei ore, sulle strade italiane, muore un motociclista. È vero: l’Italia si colloca al primo posto nell’Europa per numero di vittime. Ma l’Italia ha il primato del maggior numero di mezzi a due ruote in circolazione (circa 9 milioni) e l’indice di mortalità è di 15 vittime ogni 100mila veicoli a fronte di una media europea di 19,5. Siamo sotto, insomma. Nonostante strade urbane da far accaponare la pelle perfino a chi viaggia in India.

AREE DI INTERVENTO
Condividiamo le aree dove si deve intervenire individuate dalla Fondazione Ania. Secondo cui si deve lavorare sulla formazione dei conducenti, su quella degli altri utenti della strada e dei conducenti delle altre tipologie di veicoli. Quindi, sulle strade e sulle infrastrutture, tenendo in considerazione le necessità specifiche dei mezzi a due ruote. A nostro giudizio, serve sensibilizzare gli amministratori locali sul tema: i proventi delle multe andrebbero investiti subito per rendere le strade sicure.

Omnimoto.it

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